Docente abruzzese nei guai, si autografava come giornalista
E’ dovuto intervenire l’Ordine Nazionale dei Giornalisti nei confronti di una dirigente scolastica che si ostinava a far divulgare comunicazioni relative alle attività didattiche svolte dal suo Istituto, attraverso una docente che, nello scrivere agli organi di informazione, si autografava – senza averne titolo – “Addetto Stampa”. Scrive l’Ordine “senza tenere conto del rispetto delle norme che regolano la istituzione di un ufficio stampa pubblico, la legge 150/2000, la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti e regolamento attuativo, nonché la carta dei doveri che regola il rapporto tra la P.A. e l’ordinamento della professione giornalistica”.
Al limite del ridicolo le giustificazioni addotte dalla dirigente che riteneva sufficiente aver affidato la funzione strumentale di “comunicatrice” all’insegnante per renderla idonea al compito. “Alcuni docenti di lettere si sentono giornalisti solo perché sanno scrivere correttamente in italiano, senza capire che un articolo non è né una poesia né tantomeno un tema. – prosegue la nota siglata da un Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti – Per definirsi “Addetto Stampa” (e quindi poter firmare un comunicato stampa), occorre essere giornalisti in regola con la formazione, avere firmato un contratto, avere una posizione previdenziale con l’Inpgi, ed emettere fattura regolare alla scuola”.
Una “leggerezza” che oltre ad evidenziare il livello di chi è retribuito con denaro pubblico a svolgere il ruolo di educatrice è anche perseguibile dalla legge: art. 348 (esercizio abusivo della professione) e art. 498 (usurpazione di titolo). Le testate giornalistiche che hanno ricevuto la comunicazione dall’indirizzo di posta elettronica istituzionale sarebbero obbligate a sporre denuncia, dopo aver accertato che l’autrice del comunicato non è iscritta all’albo professionale.
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