Castel di Sangro, Neo Edizioni: esce “Appenninia” di Riccardo Finelli
Da pochi giorni è in libreria “Appenninia – (viaggio nella terra di domani)” del giornalista modenese Riccardo Finelli. Lo stesso che scrisse, per la Neo Edizioni di Castel di Sangro, “Coi binari fra le nuvole”, resoconto di un viaggio a piedi lungo i binari della Transiberiana d’Italia (la tratta ferroviaria Sulmona-Carpinone).Anche stavolta si tratta di un libro di viaggio (ma non solo). L’autore ha percorso tutto l’Appennino (da nord a sud) a bordo di un motorino. Ha fatto il viaggio sfiorando tutte le cime e toccando con mano lo stato di abbandono in cui versano quelle terre. Non è il solito libro celebrativo (le sagre di paese, l’importanza delle tradizioni, la memoria); è, al contrario, un libro di denuncia e di proposta. Quello che l’autore ha visto è una terra abbandonata: irrecuperabile per come la conosciamo.Si aprono, però, strade nuove. Ci sono realtà imprenditoriali che guardano al mercato globale e all’innovazione. Sono realtà che non solo sopravvivono ma fanno reddito e, spesso, tengono in piedi l’economia del luogo in cui sorgono. Altro aspetto importante del libro è l’immigrazione/integrazione degli extracomunitari. Molti paesini montani sopravvivono, oggi, grazie agli immigrati.Mentre gli autoctoni sono emigrati verso i grossi centri, gli immigrati extracomunitari costituiscono, già oggi, il nucleo fondativo di queste nuove comunità. Grazie a loro le scuole rimangono aperte; grazie a loro si crea economia. Gli immigrati extracomunitari sono i montanari italiani del futuro.Questo è il dato di fatto a cui arriva il libro. In sostanza, l’autore prende in esame alcune comunità in cui l’integrazione è già avvenuta e afferma che forse grazie alla marginalità dei territori questa integrazione è avvenuta spontaneamente, senza troppi patemi e senza alcun conflitto.Libro adatto a tutti gli amanti del viaggio, agli appassionati di montagna, ai curiosi delle tradizioni dell’Appennino, a quelli che ci vivevano e che sono emigrati per motivi di lavoro, a quelli che ci vogliono tornare perché stanchi della vita in città. “Appenninia” è un libro per tutti.
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