“La Pezzata”. La Pro Loco di Capracotta icona dell’ ospitalità molisana
Anche quest’anno il Comune di Capracotta propone l’ormai famosa sagra de “La Pezzata”, che per l’edizione 2014, la quarantanovesima, si svolgerà domenica 3 agosto sul pianoro di Prato Gentile.
Il vivido legame tra Capracotta e la sua tradizione pastorale rivive nella “Pezzata”, sagra dell’agnello alla brace e della pecora bollita con erbe aromatiche, attualmente una delle più importanti manifestazioni che animano l’estate molisana e che si tiene annualmente la prima domenica di agosto nella splendida cornice del pianoro di Prato Gentile richiamando migliaia di persone anche dalle regioni limitrofe.
In tale occasione, è possibile trascorrere una piacevole giornata di relax a stretto contatto con la natura, ricevendo una ottima accoglienza da parte della Pro Loco di Capracotta, che si adopera al massimo per garantire un servizio di qualità. Non è un caso, infatti, che sia stata denominata ‘giornata dell’ospitalità’. A ricordo della festa, ai visitatori rimane un simpatico souvenir costituito da una forchetta di legno, una ciotola ed un bicchiere di terracotta.
Questa tipica pietanza locale, si distingue per la semplicità e facile reperibilità degli ingredienti indispensabili alla sua preparazione, abilmente dosati da mani esperte per esaltarne il sapore e conservarne il gusto secondo l’antica ricetta dei nostri pastori.
All’inizio degli anni ’60 l’Amministrazione Comunale di Capracotta pensò di organizzare una sagra che potesse far conoscere a tutto il Molise ed anche oltre, un piatto tipico capracottese la cui ricetta rispecchiava le radici e le origini di quel popolo di pastori. Nacque così la sagra della Pezzata che, sebbene con qualche interruzione, ha superato ormai le 40 edizioni.
L’origine di questa pietanza risale ai giorni in cui la transumanza tra le montagne dell’Alto Molise ed il tavoliere delle Puglie era pratica comune. Accadeva talvolta che nel guadare un fiume o nell’attraversare un punto più impervio, qualche animale si azzoppasse e non fosse più in grado di proseguire il viaggio. Diventava irrimediabilmente allora la cena dei pastori che potevano cucinarlo, dopo averlo “depezzato”, con le poche cose disponibili ad una carovana in viaggio.
Confermando la regola che vuole le cose semplici essere le più gustose, la Pezzata, da piatto d’emergenza dei pastori è diventata una prelibatezza da buongustai. Ingrediente fondamentale è ovviamente la carne di pecora che acquista il suo gusto particolare grazie ai pascoli d’altura dove gli animali rassodano i loro muscoli (che diventeranno carne) brucando per chilometri nei prati montani quantitativamente meno ricchi dei corrispondenti di pianura ma qualitativamente molto più nutrienti.
La carne viene cotta in grandi paioli riempiti d’acqua. La prima operazione da compiere è la “schiumatura”, ovvero l’eliminazione del grasso in eccesso venuto a galla a seguito della cottura, dopidichè, oltre al sale, si aggiunge qualche patata (anche con la buccia) che continua ad assorbire il grasso rilasciato durante la lunga cottura (almeno 4 ore) e qualche pomodoro per dare colore al brodo senza renderlo, però, troppo rosso. Questa è la ricetta base. Variazioni sul tema contemplano l’aggiunta di altri odori come sedano, carote, cipolle e un pizzico di peperoncino.
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