Castel di Sangro, riportate alla luce le statue del “Di Zinno”. L’inventore dei ‘Misteri’ di Campobasso
Sono stati oltre settecento i visitatori che nei tre giorni, dal 21 al 23 agosto, hanno visitato la cappella di San Sebastiano,” mai aperta al pubblico” secondo Alessandro Teti dell’Archeoclub castellano.
Lo comunica la sezione Archeoclub di Castel di Sangro che insieme alla parrocchia di Santa Maria Assunta sono stati i fautori della bella iniziativa di successo, risultata oggetto di tante attenzioni sia dei turisti e sia dei cittadini di Castel di Sangro, tra questi, gli over quaranta, ricordano, ancora, quando il luogo sacro era completamente pieno di ossa.
Tra le sorprese di questa lodevole operazione culturale, la scoperta di alcune opere in legno realizzate dal maestro Paolo Saverio di Zinno di Campobasso, lo stesso, che nel 1740, ideò le “macchine” dei misteri che ogni anno sfilano per il capoluogo di regione molisano nel giorno del “Corpus Domini”. Si tratta delle statue di Santa Maria Maddalena; San Matteo e San Filippo.
L’artista campobassano, morì nella sua città all’età di sessantatre anni nel 1781 lasciando in eredità diverse opere in legno conservate in chiese e conventi del mezzogiorno.
Castel di Sangro custodisce “al buio” queste tre staute di arte lignea – bisognevoli di restauro – forse, non conoscendo bene l’importanza dell’artista molisano e delle statue riportate alla luce nei giorni scorsi.
La speranza è che l’Archeoclub locale possa approfondire l’argomento e spingere chi di dovere a promuovere un restauro, anche sponsorizzato, e ridare splendore alle tre opere del Di Zinno.
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