San Pietro Avellana, ressa all’apertura per la raccolta del tartufo bianco. Sanzioni dei Forestali
L’apertura alla ricerca e raccolta del tartufo bianco inaugurata oggi (1 ottobre) ha fatto registrare la presenza massiccia di “cavatori” tra Alto Sangro e Alto Molise. Motivo per cui sono state mobilitate diverse unità operative del Corpo Forestale dello Stato nei territori presi d’assalto dai cercatori del prezioso tubero.
Nel corso dei controlli – che hanno interessato anche diversi cacciatori – sono state elevate dieci sanzioni amministrative dai forestali dell’Ufficio Territoriale della Biodiversità di Montedimezzo e della Stazione di San Pietro Avellana nell’area ai confini abruzzesi con Ateleta. Le multe sono state inflitte per infrazioni all’obbligo d’indossare “capi di alta visibilità” ed alla mancata registrazione all’anagrafe canina. Fino al 15 gennaio, è possibile esercitare la raccolta del tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico) ma non prima dell’orario consentito.
Il Molise è considerata una delle prime regioni per la crescita e la raccolta di questo fungo ipogeo. Le zone molisane di maggiore raccolta sono quelle ricadenti nei comuni di Frosolone, Spinete e San Pietro Avellana. Il tartufo predilige terreni marnosi, con sabbia mista ad argilla e le piante simbionti sono farnia, cerro, rovere, roverella, salici, pioppi e tigli.
Per effettuare la raccolta e la ricerca di qualsiasi tartufo secondo la legge Regionale 27/05/2005 n. 24 è obbligatorio avere con sé il tesserino di idoneità sempre rinnovato, rilasciato solo dopo aver frequentato e superato uno specifico corso di formazione.
Fondamentale è anche la raccolta giornaliera complessiva, che per il Tuber magnatum non deve superare il mezzo chilogrammo. Il superamento di tale limite è tollerato unicamente con l’aggiunta del peso di un solo altro tartufo raccolto nella giornata.
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