Birra d’Abruzzo: Scontrone si mobilita e lancia l’appello al recupero
Scontrone – Riportare in auge la storia della Birra d’Abruzzo, ricostruire la memoria e individuare nuovi percorsi di sviluppo. È l’ambiziosa e affascinante sfida che stanno portando avanti l’amministrazione comunale e le associazioni di Scontrone, comune in cui tra il 1921 e il 1930 sorgeva il glorioso birrificio.
Non tutti infatti sanno che quel rudere che si erge lungo la strada statale 83 Marsicana, a pochi metri dalla dismessa stazione di Montenero Val Cocchiara, era un tempo uno stabilimento che produceva dell’ottima birra, apprezzatissima anche oltre i confini regionali. Quel birrificio che dava lavoro a più di cento donne e giovani del nostro territorio conobbe in pochi anni splendore e decadenza. Il suo triste epilogo, datato 1930, coincise in realtà anche con il momento di maggiore lustro: tanto e in pochi anni era cresciuta la produzione della Birra d’Abruzzo, al punto da far tremare il colosso Birra Peroni, “costretto” a diventare azionista di maggioranza della nostrana società per distruggere il pericoloso competitor. La Birra d’Abruzzo fu poi posta in liquidazione, i macchinari trasferiti negli stabilimenti Peroni di Napoli e Bari e l’immobile venduto nel 1936.
Questo l’ultimo paragrafo di quella storia. Una storia caduta nell’oblio per troppi anni. Fino a quando la bibliotecaria di Castel di Sangro, Maria Santucci, ha riesumato dagli archivi napoletani della Birra Peroni quei passaggi cruciali e consegnato la testimonianza all’intero comprensorio.
Il primo a raccogliere questa preziosa testimonianza è stato il Comune di Scontrone. «Quella della Birra d’Abruzzo – spiega il sindaco Ileana Schipani – è una storia straordinaria che va restituita alla nostra Regione. L’amministrazione comunale di Scontrone è impegnata a recuperare la memoria di questa brillante esperienza industriale condotta praticamente da “pionieri”, punta avanzata, anche se di breve corso, del passato del nostro territorio. Noi però – continua – non vogliamo fare un’operazione nostalgica, vogliamo conoscere e apprezzare fino in fondo questa impresa economica, che aveva trovato nel territorio tutti gli ingredienti del proprio successo, per riscattarla: proprio da qui potrebbe scaturire una nuova avvincente idea di sviluppo imprenditoriale».
Ora il nuovo passo è ricostruire appunto la memoria di quel glorioso decennio, attraverso altre testimonianze: scritte, orali e anche materiali. Ecco dunque l’appello al recupero rivolto a tutta la comunità: foto, racconti, bottiglie, tappi, targhe e ricordi. La sfida è lanciata: aperte in questi giorni anche una pagina Facebook e una pagina Twitter.
L’invito è rivolto a tutti, chiunque può collaborare e mettere a disposizione il proprio contributo, affinché quella storia sia recuperata e, perché no, riaperta. L’idea per ora è quella di allestire una mostra permanente e organizzare già nei prossimi mesi un evento più grande legato alla vecchia cara Birra d’Abruzzo. Ma il percorso sembra già tracciato.
Vittorio Di Guilmi
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