Tutti giù per terra: dal balcone alla rete il pettegolezzo 2.0
Parliamo di “Onna Pereta affacciat ngopp ‘o balcon” che nella smorfia napoletana rappresenta la donna affacciata al balcone, simbolo della chiacchierona, dell’impicciona, la sentinella del quartiere che tutto sa e tutto riferisce e ripete.
Con l’avvento di Facebook questo ruolo, più antico della storia dell’uomo, si è adeguato ai nuovi standard comunicativi trasferendo “Onna Pereta” dal balcone alla rete con l’operazione “Onna Pereta 2.0” anzi 3.
La pettegola esperta, in origine, quando stava sul “balcone”, non si limitava a riferire fatti e circostanze ma li anticipava preparando il terreno per la notizia su dell’ottimo e prudente “per sentito dire” che la tutelava da eventuali smentite perché lei, la pettegola esperta, sa che mai e poi mai può essere smentita dai fatti; il pettegolezzo pretende precisione chirurgica altrimenti viene bollato come bassa chiacchiera e l’attivista perde quotazioni e viene retrocessa dal grado di “comare” al grado di una “quella” qualunque. Nell’immaginario folcloristico infatti, questa donnona sul balcone domina i fatti, dove la vita scorre, dove s’intrecciano i segreti e i peti non fanno rumore.
Il signor Zuckerberg probabilmente non conosceva l’usanza del pettegolezzo né l’impatto e nemmeno il ruolo di questa pratica nell’attività quotidiana delle comunità, soprattutto se piccole.
Secondo me il giovane Mark voleva solo inventare qualcosa di utile per rimorchiare e mettere in relazione tra loro studenti maschi e studentesse femmine. Se avesse saputo che da noi esisteva il ruolo di “Onna Pereta“, forse ci sarebbe andato più cauto, soprattutto a certe latitudini e in certe mini-comunità che sottopongono uno status o una foto all’analisi microscopica come nemmeno un cadavere all’obitorio durante un’autopsia utile a stabilire la verità in un caso di omicidio aggravato dall’efferatezza.
Se il buon Zuckerberg avesse saputo che il social da lui inventato finiva nelle mani di “Onna Pereta”, forse, e dico forse, avrebbe inserito qualche limite di accesso in più. Perché “Onna Pereta 2.0” anzi 3, nella sua evoluzione tecnologica non ha fatto nient’altro che traslare le sue “virtù” investigative dal balcone alla rete, talvolta senza nemmeno conoscere la differenza tra il tasto invio e il mouse. Un’altra caratteristica che distingue “Onna Pereta” da una comune chiacchierona, é infatti la sua totale negazione per tutto ciò che ha a che fare con una rete di connessione internet, strumenti compresi.
Per “Onna Pereta”, ora “2.0”, uno “share” potrebbe significare qualsiasi cosa, anche una parolaccia e “WiFi” potrebbe rappresentare benissimo un “Wuaio” (guaio) da cui stare alla larga. “Onna Pereta 2.0” segue i profili con l’intensità della perpetua che segue il prete dietro la processione e sfoglia gli status come fossero passi cadenzati della Brigata Julia durante la campagna di Russia.
Capacità investigativa e negazione tecnologica hanno dato vita a questo nuovo personaggio del folclore 2.0 che si fa portavoce di storie nelle piazze, nelle strade, nei corridoi e ovunque ci sia manifestazione di curiosità e assenza di connessione. Nelle intenzioni di “Onna Pereta 2.0” c’era, probabilmente, solo la volontà di evolvere questa figura della smorfia napoletana, ma comune a tutto il mondo, nei fatti, questo nuovo personaggio che rischia di entrare nell’immaginario folcloristico 2.0 come Facebook é entrato a far parte della quotidianità e la PS dei giochi, esprime limiti cognitivi e intuitivi che lo confinano a metà tra l’involuzione della specie e la tecnolesa irreversibile.
Uno sceneggiatore con un pò di fantasia ci potrebbe ricavare un nuovo personaggio mitologico e dar vita a una nuova saga della fantascienza. Buon senso consiglierebbe a queste irriducibili attiviste del controspionaggio fatto in casa, l’impiego di energie in altre attività. Il giardinaggio, ad esempio, pare sia terapeutico. Eviterebbe anche a queste “Onna Pereta” di ultima generazione di restare nel circuito delle crasse risate che circolano tra gli amici, quelli reali, fatti di carne e ossa, quelli che sono rimasti in piazza mentre loro sono scese dal balcone per finire nella rete. Perché il pettegolezzo, quello autentico, non ammette imprecisioni. Perciò, ridateci “Onna Pereta ngoppa ‘o balcon”. Quella originale. Di miti vuoti, miti “patacca”, é piena la rete.
Loretta Montenero
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