Gabriele Gravina si candida alla presidenza della Lega Pro
Aumentano in modo esponenziale le possibilità che il dirigente rivesta la massima carica
15 dicembre 2014, una giornata storica per il calcio italiano: per la prima volta in vent’anni, non è stato approvato il bilancio della Lega Pro. 40 società contrarie, 25 favorevoli, 2 astenute.Cosa vuol dire, cosa interessa ai lettori del corner? Semplice: stavolta lo storico presidente Mario Macalli difficilmente si salverà in calcio d’angolo, sfiduciato da più della metà delle sue società.
Qualcuno continuerà a non capire cosa possa interessare ai nostri lettori quello che ogni probabilità rappresenta l’uscita di scena di un dirigente che occupa quella poltrona dal lontano 10 gennaio 1997. La spiegazione è semplice: a capo del movimento che ha guidato il malcontento generale c’è Gabriele Gravina, che dalle nostre parti non ha bisogno di presentazioni.
Questa è probabilmente ” l’impresa” più grande di Gravina, che in Assemblea ha invitato i presidenti di società ad esprimere il loro reale stato d’animo. Le società lo hanno fatto, e si è scoperto che nessuno era contento di come andavano le cose. Adesso Macalli dovrà dimettersi, se non lo farà ci penserà il Coni a spodestarlo. Ci saranno, di conseguenza, nuove elezioni.
E Gravina si pone come naturale successore del Ragioniere, con il proposito di migliorare un sistema che ha prodotto tante criticità. La sua esperienza da dirigente illuminato, sia di club che federale, tornerà utile a tutti quei presidenti che faticano a far quadrare i conti in un campionato senza sponsor. Incrociando le dita, a Gabriele il nostro più sincero “in bocca al lupo”!
Marco Santopaolo
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