Sant’Antonio Abate, tradizione immortale di Abruzzo e Molise
Tante le iniziative in programma a Castel di Sangro, Pescocostanzo, Ateleta e Pescopennataro per sabato 17 gennaio
Nulla può fermare, il 17 gennaio, la tradizione millenaria di Abruzzo e Molise. Sono molti i centri delle due regioni che si preparano al grande evento, caratterizzato da rituali diversi in ogni paese del comprensorio, per attestarne la gelosa autenticità. A Pescopennataro, da sempre, la festa inizia il pomeriggio del 16 gennaio per proseguire fino alle prime luci del giorno seguente. La stragrande maggioranza delle comunità locali, invece, rendono onore a Sant’Antonio Abate nella data dedicata al religioso.
Il fuoco è il denominatore comune della giornata: gli enormi falò, generalmente, alimentati da grandi fusti di cerro e faggio, ardono per ore e ore nelle strade e le piazze dei paesi, dopo la benedizione del parroco, in molti casi, alla presenza degli animali portati dagli allevatori per ripetere quel gesto senza tempo nella speranza di ottenere i buoni auspici davanti alle fiamme purificatrici.
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Da tempo alla festa religiosa si sono affiancati riti pagani e stand gastronomici. I profumi che si respirano nell’aria non lasciano spazio all’immaginazione: sulle graticole ci sono le salsicce e nelle “callare” bollono tante altre specialità come i “cazzariegl, fasciuol e cuteche”. Cori, chitarre, canzoni dialettali, danze e molto calore, oltre a quello dei falò, è ancora possibile percepire nella notte illuminata dai fuochi di Sant’Antonio. Il reportage realizzato nel 1998 dall’indimenticabile Carmine Riccio fa rivivere alcuni momenti della tradizione in Alto Sangro.
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