Tutti giù per terra: “Se volete, siamo pure Charlie”
Dicono che per liberare le due fanciulle, Vanessa e Greta, siano stati versati 12 milioni di dollari. Sull’argomento é intervenuto duramente il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino che ha criticato l’esborso di danaro che andrebbe ad armare i terroristi. Con tutto il rispetto per le due fanciulle e senza farne loro colpa alcuna perché, ne sono certa, sono andate in Medio Oriente con tutte le buone intenzioni, io condivido il pensiero di Iacopino.
Pur riconoscendo a me stessa una mediocre vena ironica, mi piacerebbe essere Charlie Hebdo come il resto del mondo e dirvelo con una vignetta, ma, ahimé, conosco poco il francese per pronunciare pubblicamente un je suis con la j dolce al punto giusto da risultare convincente. Posso però dire che, nel caso dei 12 milioni di dollari, sono Iacopino. Ho provato a immaginare cosa avrei fatto io con tanto denaro a disposizione.
Con tanto denaro a disposizione avrei provato a comprare un pò di serenità pianificando un’azione di contrasto concreta al terrorismo che, secondo me, si cura poco degli hashtag.
Con tanto denaro a disposizione avrei provato a comprare un pò di serenità pianificando un’azione di contrasto concreta al terrorismo che, secondo me, si cura poco degli hashtag.
Con tanto denaro a disposizione avrei iniziato col corrompere tutti gli arbitri dei prossimi incontri della Juve per rasserenare il Paese che ogni volta che i bianconeri vincono un match, praticamente sempre, versano sui social network fiumi di parole contro la squadra più blasonata e amata d’Italia. L’avrei fatto sperando che gli antijuventini a oltranza, dopo la partita avrebbero speso la restante parte della domenica a dare una mano ai poveri in modo che a nessun altro passasse per la mente di andare fino in capo al mondo per essere la voce di qualche minoranza.
I poveri, gli anziani, i bisognosi, gli oppressi, le minoranze, i diversi, sono sotto gli occhi di tutti. Basta bussare al computer a fianco. Nella mia conquista alla serenità del Paese, ho immaginato anche di poter spendere tanti soldi nella sanità pubblica. Con 12 milioni di dollari, a Castel di Sangro avrei costruito un punto nascita all’avanguardia, luccicante, nuovo con infermiere bellissime, medici da telefilm, culle di cristallo e sale parto di tutti i tipi. E all’inaugurazione avrei mandato un selfie con marameo a tutti quelli che ad ogni fiocco rosa o celeste ritritano la nenia del punto nascita che non c’è più con la solfa dell’indifferenza, dell’inadeguatezza politica, del manager e di chi più ne ha più ne metta, all’opposizione.
E, infine, avrei riempito le culle di bambolotti per dare un senso ai 12 milioni di dollari spesi in un punto nascita dove non si nasce, con preghiera a qualche volenteroso di farne una vignetta da dedicare a tutti quelli che, ad ogni fil di vento, sfarinano la pazienza del lettore con la nenia della sanità locale. Con 12 milioni di dollari avrei anche potuto comprare le certezze di quelli che sanno sempre cosa fare e come fare. In ogni caso e in qualsiasi modo avrei speso i miei 12 milioni di dollari, probabilmente mi sarei fatta tanti nemici ma avrei sicuramente segnato un punto contro il terrorismo sorridendo di chi pretende di adescare consensi con 80 euro o con un kalashnikov. Non sono Charlie Hebdo, non conosco il francese e non so disegnare, però mi piace ridere e se l’essere Charlie servisse a seminare un pò di senno per il mondo vicino e lontano, sarei disposta a studiare la lingua d’Oltralpe e prendere lezioni di disegno.
Loretta Montenero
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