Polemica al vetriolo tra Liberatore e Scioli per l’ufficio giudiziario di Castel di Sangro
Botta e risposta su facebook dopo l'articolo apparso su TeleAesse
L’articolo pubblicato su TeleAesse, relativo al probabile e sperato salvataggio dell’Ufficio del Giudice di Pace, ha generato su facebook un’accesa polemica animata da Erminia Scioli – presumibile candidata a Sindaco alle prossime amministrative – che non si è lasciata sfuggire l’occasione per attaccare l’Assesore al Comune di Castel di Sangro, Andrea Liberatore, reo, secondo l’accusa dell’agguerrita esponente della sinistra locale, di essere il principale responsabile della chiusura dell’Ufficio giudiziario: “L’impegno politico dell’assessore raffigurato in foto ha prodotto solo danni! Prova ne è l’intervista a suo tempo rilasciata a Teleaesse, in cui ammetteva il fallimento politico e le sue personali responsabilità nella vicenda. La logica conseguenza di quel discorso era solo una: dimettersi. Invece, saldamente in sella alla sua poltrona, oggi invia alla stampa l’atto che certifica la posdibilità di riapertura dell’ufficio che qualche mese fa ha affossato.
È di tutta evidenza infatti che l’emendamento, nella cui presentazione l’impegno politico del Liberatore non ha avuto (per fortuna!) alcuna influenza, deriva da sollecitazioni di comuni altri. Prova ne è il ricorso presentato, -con delibera di giunta- dal comune di Palestrina che sul web è accessibile per chiunque volesse informarsi. L’impegno politico degli amministratori locali, per stessa ammissione del Liberatore, che aveva preteso di gestire la vicenda, a Castel di Sangro, è stato fallimentare.
Si è pensato di utilizzare l’ufficio di pace come una clava, per ‘liberarsi’ di due dipendenti comunali invece di salvare un presidio strategico per la città e l’intero territorio dell’Alto Sangro. Dai contatti che personalmente ho avuto con la segreteria del ministro era evidente che qualora si fosse confermata la disponibilità a farsi carico delle spese di funzionamento dell’ufficio, sarebbe stato possibile richiederne la riapertura. Sembrerebbe che ora anche qualche avvocato si stia dando da fare per presentare un ricorso. Insomma a 3 mesi dal Decreto di chiusura –causato da incuria e incapacità dei nostri amministratori-, ad emendamento presentato -da altri Comuni attenti a preservare presidi così importanti- oggi ci si erge a strenui difensori dell’Ufficio del giudice di pace. La domanda che sorge spontanea è: ma quanti padri avrà questa vittoria ???”.
Non è tardata la replica di Liberatore sul social network, attraverso il profilo del ViceSindaco Angelo Caruso, che ha pubblicato la nota del collega legale e di compagine politica: “Gentile dott.ssa Scioli, al netto del livore, della animosità e del rancore che manifesta in ogni occasione pubblica e che rappresentano l’unico vero segreto del nostro successo elettorale passato e futuro, Le segnalo come io non senta affatto la paternità di una ipotetica vittoria e di un ipotetico successo politico; non mi sfugge, infatti, e credo che questo non le possa sembrare strano, di non essere né deputato né senatore e di non avere quindi alcun potere di impulso legislativo in seno al Parlamento della Repubblica Italiana; ciò che invece mi lascia deluso ma non meravigliato, è il suo naturale ed irrimediabile distacco dai reali problemi della comunità castellana e altosangrina, impegnata come è a strumentalizzare ogni aspetto in vista del risultato e del traguardo politico.
Non una parola, infatti, nel suo scritto, in ordine al “sollievo” che la eventuale approvazione dell’emendamento in questione avrebbe rappresentato per l’intero territorio, garantendo di fatto la possibilità di conservare il presidio di giustizia del Giudice di Pace di Castel di Sangro. In ordine al merito, cara dott.ssa Scioli, Le assicuro che ho avuto seriamente a cuore il problema, nella assoluta indifferenza proprio di quella parte politica che Lei con tanta e cieca passione dichiara di rappresentare: non una parola, una sollecitazione, una interrogazione, una qualsivoglia ed embrionale manifestazione di impegno.
Dovrebbe altresì comprendere come le questioni sottese alla vicenda siano un tantinello più complicate di come Lei le rappresenta e che, davvero, per una autentica forma di sobrietà istituzionale, non ho mai reso note, così rievocando, con autentico orgoglio, quel monsieur Malaussene tanto caro a Pennac. Mai una parola in questo senso ed in questa direzione politica, neanche da parte Sua, che ha il potere di contattare la segreteria del Ministro e che tiene gelosamente per sé le notizie ricevute, per poi utilizzarle (a scopo demolitorio) solo in tempi che non sospetti non sono: stia serena, dott.ssa Scioli, alle primarie del PD per la scelta del candidato Sindaco di Castel di Sangro, io voterò per Lei, così cercando di garantire, ancora una volta, la vittoria a chi, per stile e carattere, si è sempre a Lei contrapposto”.
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