Amministrative 2015 – Il punto di Patrizio Guerrini: “Le affinità elettive”
La quiete e la tranquillità di un unione consolidata, la consuetudine di un lungo percorso condiviso nel tempo, che allude alla normalità quotidiana. Cosa ma soprattutto chi può insinuarsi in un rapporto così stretto tra persone all’apparenza così affini. Il buonismo che contraddistingue la preparazione di una competizione si trasforma presto in una lotta senza pari che ha come obiettivo non l’affermazione del gruppo ma quella personale (lotta che favorisce di converso la vittoria di candidato e lista). Le affinità in questo caso sono pre-elettorali, giusto il tempo di capire se la scelta sia stata quella giusta, se l’azzardo della decisione possa assicurare la propria posizione. Mi sono chiesto allora dove risiedano le affinità elettive anzi, in questo caso, elettorali ma soprattutto tra chi devono nascere.
Il discorso si complica se consideriamo il fenomeno circoscritto a pochi mesi, se non addirittura giorni, ovvero quelli relativi alla campagna elettorale. A questo punto appare evidente che, come accade nel romanzo di Goethe, a rischio è la nostra normale consuetudine. É in questo preciso istante che ci sentiamo quasi indifesi rivelando una vulnerabilità evidente. É il momento dove le nostre certezze si infrangono alla vista del Capitano o di Ottilia che improvvisamente sconvolgono le nostre esistenze. Ci abbandoniamo, senza indugi, a richiami e promesse che in fondo, sappiamo bene, trarci in inganno.
Eppure non abbiamo la forza di opporci a questa inarrestabile passione, viviamo nell’illusione che questa volta l’idillio possa durare nel tempo e trasformarsi in felicità. La lista crea una linea invisibile tra noi e loro quasi un fenomeno di divismo locale che mitizza le facce sui manifesti affissi per la città e questo crea fascino, attrazione. Siamo dunque noi al centro della vicenda e questa improvvisa novità spaventa alcuni mentre lascia altri ammaliati; potrebbe nascere un timore tale da farci sentire in qualche modo colpevoli in quanto presenti. In fondo i sensi di colpa ci attanagliano e i dubbi ci assalgono prepotenti, cerchiamo in noi una forza di coerenza che non è facile da combattere, un pragmatismo che appena resiste al fascino del consigliere.
Tutto questo ci seduce ma ci tormenta allo stesso tempo, crea tra noi e il candidato un rapporto disomogeneo e trasgressivo, un gioco perverso che si traduce, dato l’esiguo rapporto circoscritto a pochi attimi se lo riferiamo a un quinquennio, in un atto di prostituzione consenziente. Quando il gioco termina, quasi in tragedia, attoniti e delusi ci chiediamo chi tra noi sia stata la puttana e quale il prezzo pagato.
Patrizio Guerrini
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