Roma, Premio biennale ‘spazio pubblico’: vince Castel del Giudice
Un nuovo ed importante riconoscimento nazionale per il progetto di riqualificazione urbana di Borgo Tufi, che ha visto la realizzazione di un albergo diffuso mediante la riconversione delle vecchie stalle del paese abbandonate. Il Comune di Castel del Giudice , proprio con l’iniziativa di rigenerazione urbana del borgo rurale di Borgo Tufi, ha vinto il Premio Biennale Spazio Pubblico 2015 (BISP) – Viaggio nei Comuni delle buone pratiche promosso da Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia e dalla sezione del Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
Il Comune di Castel del Giudice è tra i sette comuni (insieme a Roma, Napoli, Mantova, Faenza, Orbassano e Cremona) che in tutta Italia sono stati individuati come soggetti che hanno realizzato opere o attività classificabili come “buone pratiche”.
La consegna del premio è avvenuta il 21 maggio presso la sede della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma 3, nell’ambito dello svolgimento della Biennale Spazio Pubblico 2015, manifestazione creata nel 2011 dall’Istituto Nazionale di Urbanistica per porre le tematiche dello sviluppo urbano, e in particolare degli spazi condivisi, all’attenzione delle amministrazioni pubbliche, di scuola e università, imprese, professioni e cittadinanza.
Giunto alla seconda edizione, il Premio Biennale Spazio Pubblico era rivolto ai Comuni che hanno realizzato opere o attività classificabili come “buone pratiche”, riconducibili alle tre aree tematiche della Bisp 2015: la strada, la rigenerazione urbana, la città diseguale e ispirate ai principi della Carta dello Spazio Pubblico. In occasione della premiazione, che ha visto la presenza del Sindaco del piccolo comune alto-molisano Lino Gentile, è stata allestita una mostra dei progetti vincitori nei locali del Dipartimento di Architettura di Roma Tre.
Secondo la giuria “l’intervento testimonia la capacità del Comune di interpretare e sviluppare il tema dell’Albergo diffuso per recuperare borghi altrimenti abbandonati. L’aggregazione di molteplici proprietà e unità immobiliari e l’utilizzazione di risorse pubbliche e private, anche attraverso la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana (STU), hanno permesso di ottenere risultati di notevole qualità”.
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