Amministrative 2015 – Il Punto di Guerrini: Il vincitore non c’è?
Per settimane mi hanno chiesto chi sarebbe stato il vincitore di questa tornata elettorale. A dire il vero le domande arrivavano da una sola parte, quella di Fioritto, ai quali rispondevo fin troppo lapidariamente che avrebbe vinto Angelo Caruso e questo non per scoraggiarli o sminuirli ma per oggettive valutazioni maturate in anni di osservazione e profonda conoscenza della politica castellana. Unica possibilità di competere per il Prof. Fioritto era rappresentata dalla capacità di intercettare i voti di quell’area dissidente formata da schede bianche e nulle ma, come ho relazionato in tempi non sospetti, questa possibilità è stata sprecata in sede di preparazione della lista.
Perché Fioritto non è il nuovo Sindaco di Castel di Sangro? La risposta è stata anticipata nel mio punto n. 8 del 2 maggio quando, in tempi non sospetti, avanzavo perplessità su alcuni nominativi ma soprattutto nella colpevole ingenuità mostrata all’interno del gruppo fondatore di porre continui diktat su nominativi capaci di ribaltare il risultato finale. Un’ ingenuità ideologica che non ha permesso di mettere in campo la migliore formazione per affrontare un avversario ostico e ben strutturato. Certo, dato l’esiguo distacco tra i contendenti, qualcuno si sarà pentito (e ora starà flagellandosi), per non essersi impegnato in prima persona, astenutosi per rivalse interne all’area PD e ex margherita, non aver provveduto a dare il giusto contributo per una vittoria a portata di mano, non aver creduto ciecamente e fino in fondo nel “progetto comune” dei giovani.
Si, perché il cambiamento è avvenuto all’interno del gruppo prima di essere invocato per la guida della città. A vedere i risultati dei singoli, appare ancora più evidente lo scarso impegno di qualcuno, magari sempre presente, che certamente non ha remato contro, ma che in fondo ha tifato per un sindaco più flessibile, aperto e disponibile; del resto l’eccessiva campagna “moralizzatrice” e l’idea di un comune “bloccato” nei meandri di un oscuro diritto amministrativo ha spaventato più di una persona e anche qualche imprenditore del suo stesso enturage. Complimenti a Raffaella Dell’Erede che è stata la candidata più eletta, probabilmente frutto di un apparentamento, che raccoglie preferenze di stima ma anche di tutta un’area di sinistra che certo non si rifletteva nelle altre pretendenti. Si riconferma Diego Carnevale, apprezzato da giovani e parte della sinistra. Successo per Daniele Marinelli, new entry, dal quale ripartire per costruire un nuovo soggetto politico, autentica sorpresa e alternativa allo strapotere dei grandi clan.
Questa mattina tante persone mi hanno chiesto: hanno vinto i migliori? Certamente sono stati i migliori nell’assemblare una lista vincente, compatti, astuti e strateghi infallibili. Hanno pensato prima di ogni cosa a formare una compagine vincente, senza guardare troppo a capacità e competenze, tirando dentro chi poteva effettivamente portare voti per la vittoria finale ma anche a chi poteva toglierli (pezzi di Margherita astenuti, IDV ecc.); il Sindaco Angelo Caruso è riuscito a costruire una vera macchina da guerra, unire tra loro personaggi dal pensiero eterogeneo ma accomunati dalla sicurezza di raggiungere, ognuno per se, i propri obiettivi. Caruso è riuscito a interpretare l’essenza della politica castellana, forte della sua lunga esperienza politica e cinico calcolatore per giungere, pur soffrendo, alla vittoria, consapevole di un normale indebolimento dopo 20 anni di governo.
Ora l’Avv. Caruso non chiuderà occhio per via della bimba che non lo farà dormire la notte, i bimbi che si ritroverà in Consiglio Comunale e i bulli che dall’esterno premeranno per vedere mantenute le promesse fatte in campagna elettorale; roba da clinica del sonno. Le donne sono state il motore propulsivo di questa campagna elettorale, forti del consenso familiare e personale, certamente favorite dalla doppia preferenza e dal voto di scambio che le ha portate, quattro su quattro, all’interno del Consiglio Comunale. Certo se la preferenza fosse stata unica forse soltanto una di esse sarebbe arrivata al traguardo ma in fondo è anche giusto offrire loro più che le pari opportunità un’opportunità in più. Una macchina infernale che ha lasciato sul terreno qualche ingenuo che abboccando all’appello di non “apparentarsi” ha corso la propria gara senza la ruota di scorta. E’ il caso eclatante dell’ex consigliere e assessore Giuliano Pallotta che ha creduto di avere da solo i numeri per vincere e che a conti fatti è rimasto fermo in corsia d’emergenza.
Non era difficile pronosticare Angelo D’Amico fuori e neppure Maurizio Zaccardi e Luciano Atletico, quest’ultimo già convinto consigliere. Deluso, seppur non amareggiato, l’ex sindaco Umberto Murolo che contava su un risultato più lusinghiero e, a giudicare dai voti acquisiti, per niente apprezzato per i suoi dieci anni di governo, una riconoscenza non espressa soprattutto da chi lo aveva convinto a ricandidarsi nel Consiglio. Ora parliamo dei veri mattatori di questa tornata elettorale: Franco Castellano è stato il primo degli eletti (nella lista vincente), con oltre 400 preferenze, frutto di una campagna fatta di apparentamenti, conoscenze e anni di lavoro a contatto con la popolazione che lo ha ricompensato con un risultato clamoroso. Una presenza preziosa per il Sindaco Caruso ma anche ingombrante per il suo carattere spigoloso e poco incline alla mediazione politica, profondamente legato all’ex Sindaco Gargano più che a Caruso, amicizia che, in un futuro non troppo lontano, potrebbe creare problemi al nuovo Sindaco. Per lui è pronto un posto da assessore al patrimonio, suo naturale campo d’azione.
Si riconferma Vincenzo Uzzeo che, forte più di un’azzeccata strategia familiare che di altro, si riprenderà un assessorato che gli spetta di diritto. Indipendentemente dalle preferenze acquisite, per manifesta superiorità intellettiva, il posto di vice sindaco potrebbe toccare ad Andrea Liberatore che, nella campagna elettorale, ha letteralmente lanciato gli interventi di Caruso, ma sarebbe anche un modo per riconciliarsi dopo anni di guerre intestine con il suo collega e rivale, trampolino di lancio ideale per la candidatura a Sindaco fra cinque anni.
Enia Acconcia, prima eletta fra le donne, avrà il suo assessorato e tutto sommato è la persona che Angelo Caruso si augurava di avere al suo fianco. La giovane età, la prima esperienza, abbisognano di un Sindaco che la sappia guidare nella giungla delle problematiche quotidiane e, in qualche caso, prenda per lei le decisioni più importanti. Un altro assessorato potrebbe essere assegnato alla seconda donna eletta, ovvero Michela D’Amico, ma non è cosa fatta considerato che lo stesso potrebbe toccare a Luciana Ettorre, magari al sociale, per via di accordi pre-elettorali intrapresi con gli scaltri e lungimiranti vertici IDV locali. Questo il nuovo Consiglio Comunale della città di Castel di Sangro:
Sindaco ANGELO CARUSO
Presidente del C.M. UMBERTO MUROLO
Vice Sindaco ANDREA LIBERATORE
Assessore FRANCO CASTELLANO
Assessore ENIA ACCONCIA
Assessore VINCENZO UZZEO
Assessore LUCIANA ETTORRE
Consigliere CIMINI ANNA RITA
Consigliere D’AMICO MICHELA
Minoranza
Consigliere ALFREDO FIORITTO
Consigliere DELL’EREDE RAFFAELLA
Consigliere DIEGO CARNEVALE
Consigliere DANIELE MARINELLI
In conclusione tutti sono rimasti un po’ delusi e a guardar bene un vincitore non c’è per via di una coalizione che voleva un distacco preventivato di circa 1000 voti e che di fatto ne dissipa quasi 700, una lista perdente per una manciata di preferenze che se avesse corretto in tempo i propri errori ora stapperebbe bottiglie di champagne in festeggiamenti.
Non hanno vinto gli astensionisti o il popolo delle schede bianche che, come sempre, non ottengono nulla dalla loro azione se non favorire i vincenti. Allora tornando alla domanda che in tanti mi ponevano questa mattina: hanno vinto i migliori? Io una risposta ce l’ho ma questa domanda la rivolgo a voi: chi ha davvero vinto queste amministrative, ovvero, chi le ha perse?
Patrizio Guerrini
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