Sanità, Alto Sangro emarginato con il decreto 70?
Il decreto 70 del ministero della Salute,pubblicato in gazzetta Ufficiale il 4 Giugno scorso, dopo una lunga gestazione partita nel 2012 con la spending review del governo Mario Monti, imporrà chiusure pesanti ridimensionamenti di interi ospedali pubblici e privati.
Tale decreto supera la logica di una sanità basata sull’ospedalizzazione, ma sulle reti territoriali,la riorganizzazione dell’intero sistema dell’emergenza ed urgenza,la semplificazione ed eliminazione di doppioni secondo il modello,il sistema dell’hub e spoke che prevede la concentrazione della casistica più complessa in un numero molto limitato di ospedali ossia hub, fortemente integrati con centri periferici spoke, in territori più ampi dei confini regionali.
Tutte le regioni come anche l’Abruzzo hanno 3 mesi di tempo per recepire il decreto stilando un crono programma e avranno due anni per applicarlo. L’applicazione corretta di tale decreto è stata messa sul tavolo del governo per l’uscita dal commissariamento.
L’importante novità è la classificazione degli ospedali pubblici in 3 categorie:
1.ospedali di base con bacino di utenza tra gli 80 mila-150 mila essi potranno avere solo Pronto Soccorso, la medicina interna, chirurgia generale,ortopedia,anestesia e guardia attiva h24 e con letti di osse4rvazione breve intensiva
2.ospedali di 1° livello con bacino di utenza tra 150 mila- 300 mila abitanti essi potranno avere medicina interna, chirurgia generale, anestesia e rianimazione, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia,pediatria, cardiologia, neurologia,psichiatria,oncologia,oculistica,orl, urologia, h24 radiologia ed ecografia, laboratorio e servizio immunotrasfusionale.
3.ospedale di 2° livello bacino di utenza tra 600 mila – 1,2 milioni di abitanti che oltre a tutte le specialità di ospedale di 1 livello hanno in aggiunto cardiologia con emodinamica con 9interventistica h24, neurochirurgia, cardiochirurgia, rianimazione cardiochirurgica, chirurgia vascolare toracica, maxilo-facciale, plastica, endoscopia digestiva complessa, broncoscopia e radiologia interventistica, medicina nucleare, rianimazione pediatrica e neonatale.
Protagonista non sarà solo il bacino di utenza ma fa punteggio il numero delle prestazioni erogate lo standard qualitativo e la deroga concessa a quei presidi in aree interne ed isolate lontane degli altri ospedali.
Marcello Ferretti Franca Petrella della CISL Fp affermano che: ‘’Sulla scorta di tali numeri il p.o. di sulmona essendo un ospedale di media dimensione rischia di essere depotenziato con la perdita di numerose specialistiche poiché la rigida applicazione di tale decreto porterebbe alla realizzazioni di 5 o al massimo 6 ospedali di 1 livello in tutta la regione abruzzo rispetto al numero di pretendenti che è molto più alto’’.
La Cisl Fp Valle Peligna AltoSangro è convinta che rispetto a questo contesto normativo il rilancio della sanità locale deve partire dalla razionalizzazione e riorganizzazione di tutti gli ospedali del territorio attraverso l’area vasta del centroabruzzo con gli ospedali riuniti di Sulmona-Castel di Sangro-Popoli creando una rete di specialistiche complementari tra tra di loro e rimodulando servizi tali da connotare la struttura con una propria vocazione a livello regionale.
La vocazione naturale è la branca ortopedica già fiore all’occhiello nel panorama provinciale, necessaria però diventa l’ implementazione del l’attività degli ospedali riuniti con la clinica S. Raffaele già eccellenza regionale nella riabilitazione. La filiera ortopedica degli ospedali riuniti del centro Abruzzo dovrà diventare, con gli opportuni investimenti tecnologici e con le alte professionalità medico chirurgiche, punto di riferimento regionale capace di sviluppare attrazione e mobilità attiva verso il nostro territorio. Il punto nascita di sulmona va salvaguardato nell’ottica di una riorganizzazione che interessa un’area grande e con notevoli disagi di tipo orografico e socioeconomici che indicano la valle peligna tra le zone più svantaggiate dell’intero Abruzzo.
Importante anche investire sulla diagnostica con la dotazione della Risonanza Magnetica. Tale investimento porterebbe non solo alla riduzione dei tempi di ricovero ma eviterebbe lunghe attese ai cittadini. Necessaria anche l’attivazione dei 20 posti letto di Lungodegenza già previsti dall’atto aziendale al fine di garantire l’appropriatezza dei ricoveri.
Notevole preoccupazione infine esprimiamo per l’Unità operativa di Urologia che sta perdendo il ruolo di eccellenza nel panorama provinciale a tal proposito si chiedono investimenti in tecnologia e la nomina di un direttore in grado di rilanciare il servizio in termini di quantità e performance. Infine per il futuro dell’Unità Operativa Utic e cardiostimolazione unico riferimento del centro abruzzo specializzato nella gestione del paziente affetto da patologia cardiaca acuta e collegata H24 con l’emodinamica diventa fondamentale preservarne l’attività specialistica, diagnostica e di trattamento immediato con il mantenimento del centro di riferimento aritmologico e impiantistico di elettrostimolatori intracardiaci e di defibrillatori bicamerali,bi ventricolari e loop recorder.
L’acuirsi delle contrapposizioni politiche non giova di certo ad un territorio la cui debolezza si è palesata in maniera scottante negli ultimi anni che hanno visto la Valle Peligna e l’Alto Sangro recitare un ruolo sempre più marginale nelle scelte degli ultimi governi regionali. Nel corso degli anni si sarebbero dovuto creare le condizioni affinché questo angolo dell’Abruzzo ricco di storia di cultura con un patrimonio paesaggistico di immane valore potesse essere considerato un’opportunità di importante valore aggiunto per l’intera regione ma oggi purtroppo la realtà ci impone di subire sacrifici in termini di tagli e investimenti, tali da determinare un inevitabile spopolamento.
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