Il lago di Barrea ridotto a una pozza d’acqua
Nel silenzio assordante di sindaci, associazioni e Parco, TeleAesse scrive all'Enel
Da diversi anni, sistematicamente, nel mese di ottobre si ripropone lo scenario avvilente dello svuotamento a dismisura del lago di Barrea. Quello che una volta era il simbolo paesaggistico del Parco d’Abruzzo, di cartoline suggestive e attrazione turistica, oggi è l’emblema di un sistema legato agli interessi esclusivi dell’Enel che gestisce l’apertura della diga sul Sangro, a suo piacimento, in uno dei bacini di montagna più belli d’Italia.
Qualcuno saprebbe risponderci se a seguito degli svuotamenti vi sono conseguenze per la natura, la fauna ittica e la biodiversità?
Ciò che appare evidente è lo scenario sconvolgente che lascia basiti e inquieta i turisti autunnali, imbarazzati molto di più degli abitanti stessi del comprensorio. Uno spettacolo desolante. Indecente. Nessuno parla.
Dove sono finite le Associazioni ambientaliste del “futuro”, del passato e del presente, i sindaci dell’area e l’Ente Parco?
TeleAesse, scrive all’Enel per chiedere le dovute spiegazioni: i nostri lettori più degli “attori” del territorio vogliono e devono sapere quali sono le logiche che dominano sulla scelta della devastazione paesaggistica. Davvero dobbiamo credere che il lago di Barrea, in questo periodo dell’anno, serve a riempire quello di Bomba? La parola, anche stavolta, alle immagini.
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