Allarme diabete in Alto Molise, 1 su 10 ne potrebbe essere affetto
Il dottore Antonio Antonelli (foto) è il responsabile della Diabetologia del presidio ospedaliero di Agnone del Molise; ricopre la carica di Presidente Regionale dei Medici Diabetologi per il biennio 2015-2017 ed è componente del gruppo a progetto nazionale “Diabete Inpatient”. Ci appare assai preoccupato nel fornirci i dati della situazione molisana che sono più alti della stessa media nazionale (7,2% contro il 6,2), e che in Alto Molise sono ancora più elevati per la prevalenza di popolazione anziana (dal Rapporto Arno 2015, ogni 5 anziani di età superiore ai 70 anni, uno è diabetico).
Questa è la prevalenza riferita ai “diabetici noti in Italia” cioè di quelli che sanno di avere la malattia. La prevalenza sale all’8% se si aggiunge il cosiddetto “diabete sommerso” rappresentato dai già diabetici ma che non sanno di avere la malattia, fenomeno questo che amplifica a dismisura il problema.
Da rilevare che l’Istat aveva stimato alcuni anni fa per il 2025 un numero di diabetici in Italia che ad oggi è già stato ampiamente superato! Infatti, negli ultimi trenta anni il numero dei diabetici è più che raddoppiato e attualmente si attesta attorno ai cinque milioni (diabetici noti più diabete sommerso), per una spesa annuale di 15 miliardi di euro pari al 10,4% del totale nazionale che è di 112 miliardi di euro (il 7,1% del pil).
“Con questa crescita esponenziale – ci dice il dott. Antonelli – nessun sistema sanitario sarà più in grado di garantire equità di accesso a cure adeguate con peggioramento dello stato di salute e aggravio dei costi di gestione. I diabetici che si sono rivolti, dall’aprile 2104 al novembre 2015, al Centro di Agnone ammontano a poco più di mille, dei quali 728 provengono dai comuni dell’Alto Molise. I dati epidemiologici sono decisamente sottostimati in quanto numerosi sono i diabetici altomolisani che, specialmente per motivi logistici o di opportunità, sono in cura nei centri di Isernia o di Castel di Sangro.
Le varie campagne di prevenzione in piazza hanno evidenziato che ci sono parecchi cittadini che non sanno di avere il diabete, per cui è necessario che specialmente i soggetti a rischio (obesi, sovrappeso, anziani, o con familiarità per diabete), con la collaborazione indispensabile dei medici di famiglia, si sottopongano ad esami clinici per poter aggredire sul nascere in tempo utile la malattia onde evitare le gravi complicanze (quali amputazioni, cecità, dialisi, ictus e infarto) che sono strettamente correlate al ritardo diagnostico o alla cura inappropriata”.
I costi del diabete (2.900 euro annuali in media a diabetico) sono per oltre il 50% a carico dei ricoveri ospedalieri molti dei quali evitabili per inappropriatezza dei ricoveri stessi e per le complicanze, frutto rispettivamente della scarsa accessibilità o funzionalità dei servizi territoriali e della insufficiente qualità di cura erogata dagli stessi. L’impatto sui costi dei farmaci anti-diabete (7%) e dei presidi (4%) è molto meno di quanto abitualmente viene fatto intendere, mentre il costo assorbito da un ambulatorio specialistico è massimo del 2% sul totale (dati dell’Osservatorio Arno 2015).
Ma quali sono le soluzioni al problema? “Occorre rendere efficiente – risponde il dott. Antonelli – la rete assistenziale territoriale integrando le competenze della Medicina Generale con quella Specialistica Territoriale e quella Ospedaliera, soprattutto attraverso i mai concretizzati “PDTA” (cioè i Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali) che vuol dire in buona sostanza “chi fa cosa”. In particolare, per i PDTA occorre però necessariamente la regolamentazione istituzionale dell’ASREM e dell’Assessorato Regionale alla Salute come già avviene in altre realtà del Paese come, ad esempio, nel Lazio, al fine di evitare fallimenti sul nascere di una qualsiasi progettualità, frutto di iniziative autoreferenziali. Perciò è necessario perseguire i seguenti obiettivi: migliorare l’assistenza e la qualità di vita del diabetico, ridurre le complicanze attraverso strumenti di prevenzione, abbattere notevolmente i costi di gestione, principalmente con l’appropriatezza prescrittiva e una ospedalizzazione più oculata. Infine, è urgente misurare i dati attraverso i sistemi informatici di cui sono già dotati i Medici di Base e tutti i Centri di Diabetologia del Molise, che aspettano solo di essere messi in rete per meglio dialogare tra di loro”.
Tenendo presente le suddette premesse e per avere uno sguardo panoramico sulla situazione della patologia, riportiamo il numero, paese per paese, dei diabetici in cura nell’ambulatorio del dott. Antonelli all’ospedale Caracciolo: Agnone 351, Poggio Sannita 76, Belmonte del Sannio 50, Capracotta 40, Pescopennataro 18, Vastogirardi 47, Pietrabbondante 52, Castelverrino 16, Carovilli 35, San Pietro Avellana 15, Sant’Angelo del Pesco 13, Castel del Giudice 15.
L’Università delle Generazioni invita, perciò, indistintamente tutti (dai neonati ai centenari) a recarsi prima possibile dal proprio medico di fiducia o agli ambulatori diabetologici ospedalieri per una prima valutazione laboratoristica e clinica dove può essere già stabilita la predisposizione a contrarre la malattia e le regole da seguire per prevenirla. L’invito, quindi, rivolto ai cittadini altomolisani è di contattare, per competenza territoriale, il dott. Antonio Antonelli ai seguenti recapiti: tel. 086572351 e 0865-722473 mail : antoantonelli1@gmail.com
Leave a Reply
Devi essere connesso per pubblicare un commento.