Civitella Alfedena sposa la campagna Wwf: sempre dalla parte del lupo
Il paese del Lupo, quello da cui partì negli anni settanta l’operazione San Francesco per salvaguardare il lupo in Italia, si schiera a difesa del proprio simbolo al fianco della battaglia del WWF-Italia. A Civitella Alfedena, dove è presente dal 1975 il Museo del Lupo (che proprio l’anno scorso ha festeggiato i suoi 40 anni) con annessa area faunistica, il gran carnivoro è di casa, è parte integrante della storia del piccolo centro del PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise) che grazie alla tutela del Lupo ha conosciuto uno sviluppo turistico che lo ha portato sulle pagine de Il Sole 24 Ore.
Venerdì scoro, il Consiglio Comunale del paese ha approvato una deliberazione di sostegno alla campagna del WWF-Italia contro il tentativo delle Regioni di riaprire la caccia al lupo. Riaprire la caccia al lupo per il Consiglio Comunale di Civitella Alfedena e una barbaria e con tutta la comunità, vuole sostenere il WWF-Italia in questa battaglia, consapevoli che “vogliamo essere come i Lupi, liberi di decidere il nostro futuro e un paese che uccide i lupi non ha futuro”.
Ad oggi, infatti, non esiste alcuna ragione scientifica né tanto meno economica che può giustificare la riapertura, seppure controllata, della caccia a questa specie. Gli allevatori del Parco da decenni convivono con il lupo, subiscono danni risarciti dall’Ente PNALM, ma non hanno mai pensato che la soluzione del problema potesse essere la caccia alla specie. La soluzione dagli eventuali danni non è la caccia al lupo ma una più attenta azione di controllo e di gestione della fauna selvatica, del randagismo ed altresì delle modalità del pascolo.
Pensare che tutto possa essere risolto con la soluzione più sbrigativa, è un falso che serve ad assopire i malumori di qualche categoria, occorre al contrario una maggiore attenzione al territorio sotto tutte le sue forme. Se le aree interne si spopolano, di persone e d’attività tradizionali, se manca in questo paese una politica per le aree marginali, questo non è colpa del lupo, dell’orso o del cervo, ma di una classe di governo più attenta al consenso elettorale piuttosto che ad azioni di sistema. Il lupo è l’esempio di questo. Oggi si ragiona di uccidere il lupo, mentre nella realtà quotidiana si uccidono i paesi interni tagliando i servizi sanitari e bancari, le poste, il welfare alle persone, le attività economiche.
“Non dobbiamo avere paura del lupo, ma preoccupano le decisioni degli uomini” è questo l’invito che viene da Civitella Alfedena, il paese del lupo.
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