Agnone, in scena ‘Il Risorto’, con via crucis e musical
Interrogativi tra intraprendenza e tradizione contro spopolamento e depressione
Agnone è città di grandi aggregatori sociali e Giuseppe De Martino, 73 anni, docente dell’ITIS in pensione, ne è il più vero decano. Più volte presidente del Cenacolo culturale francescano “Camillo Carlomagno” e, in particolare, animatore della compagnia teatrale “Le 4 C” e del gruppo folk “I Dragoni del Molise”, il prof. De Martino ogni Vigilia di Natale s’impegna da decenni nella regia del Presepe Vivente, che ha brillantemente superato le 56 edizioni. Ha indossato la fascia iridata di “Sindaco del popolo e degli emigrati”. Instancabile anche in altre attività sociali, per il pomeriggio della prossima Pasqua sarà propulsore della “ Via Crucis Vivente ” la cui regia è affidata a Mario Catolino. Dalle ore 17,30 di domenica 27 marzo sarà interessato tutto il centro cittadino, con l’utilizzo di un centinaio tra attori e comparse e anche di cavalli, da Piazza Plebiscito alla collinetta della Villa comunale (adiacente l’ospedale Caracciolo e il campo sportivo Civitelle).
A distanza di una generazione, altro grande aggregatore, fin da ragazo, e carismatico leader è Fabio Verdone (foto), 52 anni infermiere professionale e poliedrico artista, il quale riesce a mettere insieme in un medesimo progetto centinaia di giovani assieme alle loro famiglie in molteplici attività sociali. “Magma” è stata la sua prima associazione, creata nel 1991. Poi, è riuscito ad essere uno dei massimi animatori del carnevale agnonese, facendo sfilare carri allegorici di spettacolare bellezza. Quindi, da parecchi anni si cimenta magistralmente nella realizzazione di “musicals” di grande fascino e attrazione, riscuotendo sempre simpatia e successo, specialmente nelle piazze, oltre che a teatro.
Per il pomeriggio dell’imminente sabato santo Verdone porterà in scena (come regista coadiuvato da Paolo Porrone) il “musical” dal vivo “Il Risorto” (adattamento di una rappresentazione di Daniele Ricci, il quale sarà presente all’evento). L’appuntamento è al teatro Italo-Argentino di Agnone, con entrata libera, alle ore 17,30 del 26 marzo. Sul palcoscenico ci saranno i “Giovani Agnonesi” (40 tra attori e comparse, mentre altre dieci persone saranno di supporto dietro le quinte). Le novità artistiche più importanti di questo suo ennesimo “musical” sono il canto “live” (grazie pure all’impegno di Michelino Marcovecchio e del suo Centro Musica e Spettacoli) e l’inedita partecipazione di tre dei quattro fratelli Di Paolo (Gisa, Fausto e Andrea), tutti notevoli artisti del bel canto. Si prevede il pienone, come sempre, e sarà presente pure la superiora delle suore Paoline, Cristina Beffa.
Ovviamente, un altro aggregatore è il medico Gabriele Amicarelli, priore della Congrega della Morte che ha parte attiva nell’associazione delle Confraternite d’Italia e caratterizza tutta la settimana santa agnonese.
Già definita l’Atene del Sannio, Agnone può essere considerata una “città-stato” a sé stante (una “polis” in senso antico), principalmente perché, per le ovvie caratteristiche di isolamento orografico in cui è quasi sempre vissuta, il suo popolo è stato costretto ad organizzarsi in modo tale da essere autosufficiente in tutto e per tutto. L’aggregazione agnonese riesce a dare il massimo di sé con la ‘Ndocciata, quando quasi tutti concorrono a realizzare quello che è stato definito il più grande spettacolo del fuoco del mondo.
E’ necessario però avanzare alcuni interrogativi sociologici più che giornalistici: come mai il popolo agnonese, nonostante tutta questa grande capacità aggregativa (spesa principalmente in riti sacri e situazioni ludiche), non è riuscito finora a mobilitarsi davvero, convincentemente ed efficacemente per difendere il proprio ospedale (frutto di tanti sacrifici delle generazioni precedenti), la propria salute e tutto ciò che significa per la propria sopravvivenza della “polis” e del “comprensorio montano” ?… Come mai son dovuti venire da Roma i tassisti di origini altomolisane e altovastesi per lottare in difesa dei diritti del territorio e dell’ospedale definito (come è nella realtà) “interregionale” o intercomprensoriale?… Cosa è che non funziona più in questa società agnonese che, in tempi passati, è stata capace non soltanto di invadere i mercati interregionali con le sue produzioni artigianali ma anche di costruire da sé ferrovia, elettricità, ospedale, cultura e quanto altro era utile all’autonomia di una città e del suo comprensorio interregionale?…
Perché alcune forze locali, che dovrebbero essere propulsive per vocazione e per mandato, risultano invece “retrò” senza la capacità di “aggregare” le volontà migliori per la rinascita?…
Forse non a caso un intellettuale tanto acuto come Fabio Verdone ha scelto il musical intitolato proprio “Il Risorto” che è un segno contro lo spopolamento, contro l’inerzia ma a favore dell’antica intraprendenza agnonese che aveva portato questa città e questo territorio ad essere tra i migliori del Sud Italia. Agnone e l’Alto Molise hanno, quindi, bisogno di risorgere in tutto e per tutto e, in particolare, questa Pasqua potrebbe segnare il punto di svolta psicologico per un nuovo rinascimento, poiché altrimenti l’ultrasecolare civiltà espressa da questo popolo potrebbe essere definitivamente archiviata nei libri di storia.
Domenico Lanciano
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