Tennisti e radioamatori in lutto: Fabrizio Carlini perde l’ultimo set
Il Tennis nel sangue, la radio nel cuore e la Juventus nell’anima. Fabrizio Carlini lascia tanti ricordi a San Pietro Avellana. Grande appassionato della “Citizen Band”, poco più che ventenne, a metà degli anni ottanta, insieme agli inseparabili amici del “baracchino”, era stato tra gli ideatori della caccia all’antenna: una gara estiva riservata ai Cb che rese il paese dell’Alto Molise celebre negli ambienti radiantistici. Memorabili gli interminabili QSO notturni insieme al compianto Francesco (Lupo Solitario); Renato (Cobra); Adriano; Pasquale (Playboy); Massimiliano (Camel); Marcello (Kimba); Fabrizio (Ducabianco). Impossibile non trovarlo in frequenza sul Canale 7, negli anni d’oro della “27 Mhz”.
A Fabrizio “Freccia nera” – suo Qrz – non bastavano i collegamenti locali. Infatti, si era organizzato una stazione radio invidiabile, assemblata con apparati d’avanguardia della Kenwood di cui era un grande estimatore. Sul balcone dell’abitazione aveva installato un’ enorme antenna direttiva che gli consentiva di cimentarsi nei “Dx” (chiamate internazionali) perché amava dialogare con gli Om (radiomatori) di tutto il mondo. Uno scatolone stracolmo di cartoline (Qsl) ne testimoniavano l’impegno ed i contatti riscontrati da ogni angolo della Terra.
Una passione che negli anni novanta lo convinse a sostenere gli esami a Sulmona e conseguire, patente e licenza di radioamatore. La sigla: IZ8ELW.
La popolarità, però, la riscuote nel mondo del tennis, calcando fin da giovane i campetti in terra rossa e partecipando a quasi tutti i tornei di Molise e Abruzzo. In particolare era conosciuto a Castel di Sangro – iscritto all’Accademia Tennis – dove ha dato tanto in termini umani e sportivi. Questa mattina gli amici del “circolo” hanno letteralmente invaso la Chiesa parrocchiale per assistere alla funzione funebre celebrata dal Parroco Don Felice Fangio e tributargli l’ultimo saluto.
“Fabrizio era buono ed avrebbe meritato di più dalla vita”. E’ stato il commento amareggiato di tutti coloro che gli sono stati vicino nelle ultime ore all’ospedale dell’Aquila, affetto da una sindrome rarissima. Tragicamente fatale. In 50 anni, va detto, poche volte la vita gli ha sorriso. Era figlio unico, da adolescente perse il papà: un colpo durissimo, mai assorbito completamente. Provò a riscattare la sua fragilità con la racchetta in mano mietendo tanti successi. La casa sommersa dai trofei. Nella sfera privata non ha avuto le stesse soddisfazioni: il destino lo ha perseguitato. Pochi anni fa, la scomparsa della mamma. E’ rimasto da solo. Chi gli ha voluto bene davvero ha continuato a dargli fiducia sempre, anche nei momenti difficili. E ne ha avuti.
Antonio Gasbarro è stato tra coloro che non gli ha girato mai le spalle. Amico inseparabile del Circolo Tennis di Castel di Sangro, confidente, consigliere, ma anche il “severo” Maresciallo che all’occorrenza lo spronava. E non solo nel rettangolo di gioco. A cuore aperto – dall’altare – gli ha dedicato un’orazione funebre promettendo davanti al feretro di conservare la sua memoria nel cuore. Per sempre. Impossibile quantificare le persone intervenute alle esequie. Tra i banchi della Chiesa anche il sindaco di San Pietro Avellana Francesco Lombardi. Enorme la folla degli amici castellani, tra tutti: l’ex sindaco Umberto Murolo; il giornalista Patrizio Guerrini; il dottore Carlo Fiocca, suo compare di battesimo. Il “Qrt” definitivo (chiusura delle trasmissioni) ha richiamato da Isernia, il presidente dell’Associazione Radioamatori Giuliano Di Salvo (IZ8AWQ).
Radio Rivista – pubblicazione ufficiale dell’Ari – nel prossimo numero pubblicherà un ricordo del Radioamatore. A Castel di Sangro si profila l’idea di dedicargli un torneo estivo di tennis.
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