Il telefono salva la vita: adottiamo gli anziani!
L'idea è lanciata dall'Università delle Generazioni di Agnone per uomini e donne che vivono in solitudine
Sempre più ascoltiamo notizie di anziani che vengono trovati morti in casa da tanto tempo perché vivono da soli e spesso senza alcuno che si occupi costantemente di loro. Tali situazioni raccapriccianti cui l’opinione pubblica ha fatto ormai l’abitudine sembravano esclusiva delle metropoli e delle città dove ognuno pensa a se stesso, invece accadono pure nei piccoli paesi dove la solidarietà del vicinato è solitamente una garanzia contro la solitudine e l’abbandono. Purtroppo non sempre è così, dal momento che anche nei paesi spopolati gli anziani soli rischiano di morire senza che alcuno se ne possa accorgere.
Già nell’inverno 1995-96, l’Università delle Generazioni lanciò l’idea di realizzare una rete di volontari che si occupassero (pure dalla loro abitazione o dal loro posto di lavoro) di adottare telefonicamente le persone anziane del proprio paese o del proprio rione, per tenere loro compagnia ma anche per accertarsi di eventuali emergenze socio-sanitarie e per non correre il rischio di doverne trovare qualcuno morto dopo chissà quanto tempo (come la cronaca già enumerava in vari luoghi piccoli e grandi). La proposta era diretta principalmente alle parrocchie, alle associazioni cattoliche e umanitarie, ma anche a privati cittadini. L’appello fu accolto in Agnone dal sacerdote francescano padre Celestino Ciricillo il quale si attivò di realizzare un centro di ascolto che fosse utile pure a tale specifico servizio di allerta sociale. Poi, nel maggio 1996, padre Celestino morì e l’iniziativa, perdendo il suo più vero animatore, non ebbe più sèguito.
Adesso torna alla ribalta l’esigenza di monitorare gli anziani che vivono soli, specialmente dopo la scoperta di una ultraottantenne trovata morta a distanza di giorni in un rione semi-spopolato di Agnone. Secondo l’Università delle Generazioni, sarebbe utile che le più sensibili associazioni (come, ad esempio la Protezione Civile dell’Associazione Carabinieri, oltre alle parrocchie) ma anche singoli cittadini adottassero almeno telefonicamente, sotto la supervisione dei Servizi Sociali dei Comuni, uno o più anziani che vivono soli e senza nessuno. Si tratterebbe semplicemente di fare ad ogni anziano una telefonata al mattino e una alla sera per verificare che tutto procede bene. E sarebbe ancora più utile l’accortezza di una breve visita a casa per tenere un po’ di compagnia, verificando così di persona le condizioni dell’anziano così adottato.
L’Università delle Generazioni auspica che tale appello possa essere raccolto essenzialmente alle ASL e dai Comuni, i quali possano coordinare la rete delle adozioni telefoniche, dopo aver fatto un censimento delle persone sole e senza avere alcuno in loco. Meglio sarebbe che ogni anziano (specialmente se solo) fosse dotato di un apposito apparecchio di comunicazione ed allerta “salvavita”. L’operazione di ascolto anziani potrebbe essere sponsorizzata anche dai gestori telefonici in tutta Italia ma anche in altri Paesi dove un simile servizio alla persona non è ancora attivo. L’importante è che nessuno si senta più solo e che la nostra società non debba più avere l’onta di sapere che un solo anziano sia stato trovato morto dopo tanto tempo, persino dopo un anno come è accaduto a Sesto San Giovanni, alle porte dell’opulenta Milano.
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