Trasporti aree interne: proviamo con Pokemon Go!
Se ci fosse un’alternativa proporrei la trasformazione di tutti gli eroici residenti delle aree interne in Pokemon. Sai che soddisfazione diventare d’un tratto soggetti ambiti da tutto il pianeta! Immaginate il traffico di gente su e giù per queste valli alla ricerca di mostriciattoli da catturare, mentre dai centri direzionali se ne infischiano di chi qua sopra (le aree interne), ci vive e ci lavora. Sì, perché una trasformazione da genere umano reale a genere indefinito virtuale, avrebbe come prima conseguenza una ripercussione mediatica.
Già vedo l’hashtag #AbruzzoInternoPokemonGo trend topic su Twitter. Dell’esistenza delle aree interne abruzzesi se ne accorgerebbe persino Francesco Facchinetti che sale sull’aereo sbagliato. A quel punto quelli della Regione non potrebbero fare più finta di niente.
Magari proverebbero pure loro a catturare qualche mostriciattolo ma, temo, senza successo e per due motivi: primo, non sanno nemmeno dove si trovano le aree interne visto che non le tengono mai in considerazione; secondo, scatterebbe la coalizione di tutte le forze di terra e di montagna per confondere loro le ricerche perché poi l’abruzzese è forte e gentile ma fino a un certo punto. Ad esempio, io, che pure non sono abruzzese, col fischio che mi farei catturare. Li manderei su e giù col pullman, in piedi, e li sfiderei a restare in equilibrio nelle curve a gomito opportunamente spruzzate qua e là di neve o ghiaccio, secondo l’umore del momento.
Tra un paese e un altro farei finire il carburante in modo da prospettargli due possibilità per continuare la cattura: farsi venire a prendere in macchina; proseguire a piedi, ovviamente dopo il pagamento di un abbonamento che varia tra i 300 e i 400 euro. Come fanno gli studenti pendolari. Poi, tra una salita, una sudata e una botta di freddo polare -perché non ci sono più le mezze stagioni- mi sposterei in ospedale giusto per fargli percorrere 60 km (sessanta) in ambulanza per venirmi a cercare.
Un’esperienza estrema, da brividi, da provare almeno una volta nella vita, altro che collegamento L’Aquila-Pescara in 45 minuti, l’obiettivo tanto caro alla Regione. Infine, se fossi un mostriciattolo da catturare, mi paleserei tra una barella e una flebo e gli farei la linguaccia in nome e per conto delle aree interne. Ma non sono un Pokemon, ahimé! E non lo sono nemmeno i residenti delle aree interne. E l’alternativa, ahimé, non c’è e comunque non si vede nulla all’orizzonte.
Non si vede un’alternativa nemmeno se la cerchi con le buone maniere. Nemmeno se scrivi in italiano fluente e corretto. Nemmeno se ti poni in maniera propositiva come hanno fatto qualche mese fa, lontano dai clamori, i consiglieri comunali di Pescasseroli, Gloriana La Cesa e Carmelo Giura. La nota dei consiglieri (leggi la lettera) è rimasta lettera morta, così come sono rimaste inascoltate le segnalazioni degli studenti che su quella linea viaggiano tutti i giorni.
Mancano all’appello solo le proteste degli operatori turistici dei quali potremmo ipotizzare due prese di posizione: o scatteranno le richieste di attenzioni (proteste) non appena parte il primo lamento dei turisti sull’insufficiente collegamento da e per Pescasseroli, oppure adegueranno la strategia di vendita del prodotto “montagna” invitando Belen a trascorrere qui le sue vacanze, puntando sull’inviolabilità della privacy: qua dove non arrivano i pullman, figuriamoci il paparazzo di Chi.
Più privacy di così!
Loretta Montenero
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