Alfedena, Wwf: “L’acqua è un bene comune e non un prodotto commerciale”
Il 10 Agosto presso l’Ufficio di Avezzano del Servizio del Genio Civile Regionale si è tenuta la Conferenza di Servizi per l’istruttoria autorizzativa per la captazione, ad uso idroelettrico, di 3.000 litri al secondo di acqua pubblica dal fiume Sangro, in Comune di Alfedena. Molti gli enti e le Associazioni presenti a esporre le osservazioni in opposizione all’impattante progetto di derivazione: il Sindaco di Scontrone dott.ssa Ileana Schipani, la dott.ssa Cinzia Sulli del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, la Proloco di Alfedena, le Associazioni Pescatori Aufidena, Pesca Sportiva e Arcipesca.
Il presidente del WWF Abruzzo Montano, Dott. Walter Delle Coste, ha motivato le obiezioni del WWF alla realizzazione della centrale idroelettrica, per la negatività degli interventi sulla naturalità dell’alveo che, nel punto di presa, verrebbe modificato con l’innalzamento del livello di circa 20-25 cm con la sistemazione di mazzi di pietra cementati. Altra innaturalità è l’intubazione delle acque per 2 chilometri, con una significativa degradazione ambientale e un possibile deterioramento della qualità delle acque attualmente classificate Buone.
Da parte del WWF è stato verbalizzato e messo agli atti “l’Appello nazionale per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico” per il rispetto della Direttiva Europea Acqua 2000/60/CE per la tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità.
Nel discutibile parere, espresso il 22 Marzo 2016 (giorno delle Idi di Marzo), dall’Autorità di Bacino del Fiume Sangro, il giudizio di “prelievo non compatibile con l’obbligo di non pregiudicare il mantenimento o il raggiungimento degli obiettivi di qualità definiti per il corso d’acqua interessato” cozza con il tragicomico finale “Parere positivo”.
L’autorità di Bacino, tra l’altro, non specifica le modalità di controllo sul rilascio del Deflusso Minino Vitale a valle dell’opera, e come questa quantità di acqua possa garantire la conservazione dei Siti Natura 2000, mettendo a rischio la presenza di specie faunistiche tutelate e protette rigorosamente dalla Direttiva Habitat, come la Lontra europea (Lutra lutra), il Barbo (Barbus plebejus) e il cobite (Cobitis taenia).
Le osservazioni presentate da tutti i presenti sono state finalizzate perchè la Gestione Demanio Idrico della Regione Abruzzo, che dovrà esprimere il parere finale di autorizzazione, rigetti il progetto o quantomeno ne prescriva la Valutazione di Impatto Ambientale.
Inoltre è stato chiesto di spiegare come mai l’Autorità Regionale Concedente del Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali dell’Aquila non sia mai intervenuta con una pronuncia (risultando in tal modo nei fatti favorevole alla concessione), e la modalità di valutazione per assegnare il requisito di interesse pubblico ad opere idroelettriche ed energetiche, nel rispetto di tutte le altre normative esistenti a tutela dell’ambiente, del dissesto e del rischio idrogeologico, della gestione del rischio alluvioni, alla luce dei cambiamenti climatici e di eventi metereologici calamitosi che sempre più spesso sconvolgono il nostro territorio.
E soprattutto come sia possibile, ancora oggi, considerare l’acqua un mero prodotto commerciale, ad uso privato, invece di proteggerlo come bene essenziale, come un patrimonio unico ed insostituibile da tutelare e conservare per il miglioramento dell’ambiente e della vita umana attuale e delle generazioni future.
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