Scompare Mario Di Felice, domani i funerali a Barrea
Ha destato stupore in tutto l’Alto Sangro la scomparsa dell’Avv. Mario Di Felice. Dopo aver lottato contro la morte per undici mesi, a seguito di un ictus, questa mattina – alle ore 6 – si è spento a 66 anni, presso l’ospedale dell’Aquila. Stimato legale, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona (nella penultima consiliatura del 2013), è stato anche un politico di alto profilo. Eletto nella carica di Sindaco a Barrea – suo paese di origine – per due mandati: dal 1985 al 1990 e dal 1993 al 1997. Negli anni ottanta fu anche nominato Assessore della Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinque Miglia. Per diversi anni ha svolto l’incarico di legale per il Parco Nazionale d’Abruzzo, durante la direzione di Franco Tassi.
Sono suoi i meriti della ricostruzione del centro storico di Barrea – dopo il sisma del 1984 – che colpì duramente il suo amato paese, per cui si adoperò senza risparmio di energie, mettendo in campo tutte le sue capacità professionali e politiche a Roma, battendo i pugni sul tavolo dell’allora Ministro della Protezione Civile Giuseppe Zamberletti.
Il forte attaccamento al territorio, più volte, lo aveva visto protagonista come mediatore tra le Comunità dell’area del Parco e quelle degli Altopiani Maggiori d’Abruzzo. Sua l’intuizione dell’allargamento del bacino sciistico dell’Aremogna con Valle Verde. Conclusa l’esperienza politica aveva continuato a svolgere la professione nel suo studio a Castel di Sangro fino a gennaio di quest’anno.
Il suo collega, Andrea Liberatore, Commissario liquidatore della Comunità Montana, descrive il suo profilo a TeleAesse, ricordando l’amico ed il collega: ” E’ stato un uomo provocatorio e sempre fuori dagli schemi, ex democristiano ed ex comunista, poco incline al rispetto della liturgia della politica ed alla mediazione interessata. Abilissimo oratore con una dialettica aggressiva ed incontinente che gli garantiva, allo stesso modo e nella medesima misura, divertiti sostenitori ed altrettanti, meno entusiasti, avversari.
Con lui ho riso molto ed ho molto discusso, proprio perché difficilmente riuscivamo a mantenere il livello della discussione ad una dimensione compassata, che io avrei definito dorotea e lui, urlando, da “radical chic”: amava lo scontro verbale e la contrapposizione dialettica fino alla rottura delle posizioni e fino al litigio, ma non riusciva a serbare rancore il giorno dopo. Le nostre ultime discussioni avevano sempre ad oggetto la politica del territorio ed i suoi protagonisti (qualche volta minori) nei confronti dei quali (senza eccezione alcuna, neppur per me che gli ero amico) non lesinava critiche ed aggettivazioni colorite. Egli difendeva i nostri presidi giudiziari, l’ospedale cittadino ed i servizi territoriali del nostro amato Altosangro, in maniera consona al suo stile: appassionata e veemente.
Antesignano della cura e dello sviluppo della politica comprensoriale, ne era ad un tempo difensore e censore: in una ottica che è solo apparentemente contraddittoria, ma che apparteneva all’uomo, ai suoi connotati sentimentali e, soprattutto, alla sua evidente ed irrinunciabile sensibilità politica. Mario, infatti, aveva una sola maledizione: era pubblico, interamente pubblico e il nostro territorio, fuori dalla retorica, oggi è un po’ più solo”.
L’avvocato lascia la moglie Gelsomina Ursitti, conosciuta ed apprezzata insegnante in quiescenza ed il figlio Jacopo, studente universitario. Le esequie saranno celebrate domani – ore 15 – a Barrea, presso la Chiesa di San Tommaso Apostolo. Il direttore e la redazione di TeleAesse esprimono alla Famiglia il più profondo cordoglio.
L’ultima intervista rilasciata a TeleAesse
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