Emergenza neve, Castel di Sangro: tre emergenze sanitarie dirottate a Isernia
Il ministro della sanità Beatrice Lorenzin, in vacanza a Pescocostanzo fino a pochi giorni fa, ha liquidato la questione sanità in Alto Sangro promettendo un elisoccorso da utilizzare per i più casi urgenti. L’autorevole esponente del governo ignora i limiti operativi dell’impiego di un elicottero in condizioni precarie – nebbia, pioggie e bufere di neve – in caso di emergenza come quelle attuali. Infatti, molto più realisticamente, proprio oggi, tre casi urgenti – vista l’impraticabilità della ss 17 (Sulmona – Castel di Sangro) – sono stati dirottati in ambulanza dal nosocomio sangrino a quello d’Isernia.
I degenti dell’ospedale – dopo aver sofferto la fame – hanno potuto consumare il pasto alle 15,10 (con tre ore di ritardo), grazie all’intervento dei volontari della protezione civile ( Valle Peligna), che hanno garantito il trasporto delle derrate. Tralasciando le giuste critiche, mosse dai cittadini sui social locali, sarebbe il caso di dare “fiato alle trombe”, per dirla alla Mike Bongiorno, e sollevare questi argomenti sui tavoli di lavoro.
A cosa serve convocare il comitato ristretto dei sindaci della Provincia dell’Aquila a Castel di Sangro se poi non vengono affrontate e ipotizzate situazioni d’emergenza?
I pazienti ricoverati all’ospedale di Castel di Sangro non è certo che stasera riusciranno a cenare (tra questi, alcuni insulino dipendenti), visto che la situazione sul Piano delle Cinque Miglia non promette nulla di buono. Ci vantiamo di avere cabinovie e impianti d’avanguardia, progetti faraonici chiusi nel cassetto e piscine da realizzare. I cittadini dell’Alto Sangro pretendono l’adeguamento dei servizi essenziali anche nel campo della sanità.
Si chiede troppo?
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