Castel del Giudice aderisce a “Fa’ la cosa giusta”
10 Borghi Autentici partecipano a Fa’ La Cosa Giusta portando i loro “racconti” di innovazione, di sperimentazione e le loro idee per il futuro. Rappresenteranno la rete nazionale di 250 territori e comunità che ce la vogliono fare.
L’economia è una “scienza triste“, da sola non basta. Senza le passioni e la voglia di mangiare futuro di soggetti sociali, famiglie, imprese e soprattutto dei giovani, non si va da nessuna parte. Le analisi economiche, le previsioni dei mercati, le oscillazioni dello spread non scaldano i cuori. Anzi da un po’ di tempo spalmano nella società una nebbiolina che aiuta il ripiegarsi sull’individuo e non sulla persona; persona intesa come entità che produce relazioni e che sa alimentare speranze per il futuro. Eppure in questa dissolvenza dell’aggregarsi, del mettersi assieme per costruire progetti per il futuro, sui territori italiani vi sono realtà in movimento, gruppi ed entità plurali che praticano azioni di solidarietà ed esprimono ” voglia di comunità”.
Queste comunità si basano su un capitale sociale, prima ancora che economico, che la crisi ha intaccato togliendo fiducia e futuro. Il loro capitale sociale è il carburante che alimenta concretamente progettualità, voglia di misurarsi sul cambiamento e sul miglioramento. Tante di queste comunità si caratterizzano con una specie di “follia visionaria”. Forse sarà questa “follia visionaria”, che coinvolge il tessuto diffuso del Made in Italy, a rappresentare una delle principali componenti della ripresa economica e sociale di cui l’Italia ha tanto bisogno.
Per cui l’oggettiva e un po’ sommersa preziosità dei territori più interni del nostro Paese può essere tenuta in conto e valorizzata solo in una logica di scambio e cooperazione con le aree urbane e antropizzate, solo cioè in un arricchimento della loro relazionalità: da un lato le aree urbane e antropizzate devono sviluppare una gamma di rapporti con le aree più interne, non considerarle ormai perse nell’abbandono; e dall’altro lato le comunità delle aree interne devono non richiudersi in se stesse e nei loro miti, ma aprirsi ad ogni forma di rapporto (turistico, produttivo, logistico) con le aree rispetto alle quali sono lontane.
Ecco perché la rete dei Borghi Autentici si definisce….territori e comunità che ce la vogliono fare….
E’ giunto il momento di provarci, di spingere sull’acceleratore del cambiamento usando tutte le risorse e le energie oggi disponibili. E’ giunto il momento di mettere al centro le persone e di coltivare, con pazienza, l’ottimismo.
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