Comunità del Parco, Di Santo: “Plauso alla Regione sulle faggete vetuste candidate a patrimonio Unesco”
La Comunità del Parco plaude all’impegno che la Regione Abruzzo, su proposta del Presidente della Commissione Agricoltura Lorenzo Berardinetti, ha assunto nel favorire il riconoscimento a Patrimonio Mondiale dell’Umanità delle faggete Vetuste del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, augurandoci che possa diventare il primo riconoscimento UNESCO della nostra Regione.
“Le faggete del Parco raccontano, meglio di altri luoghi, del tempo passato e di come la natura si sia conservata in un modo unico, l’assenza di interventi antropici nel tempo ha generato un livello complessivo di biodiversità elevato in funzione proprio della loro alta naturalità”. A parlare è il Presidente della Comunità del Parco Antonio Di Santo. “I siti interessati sono stati individuati in 5 nuclei di faggeta per una superficie complessiva di 937 ettari, concernenti ai demani Civici di Villavallelonga (valle Cervara), Lecce nei Marsi (Moricento), Pescasseroli (Coppo del Principe e Coppo del Morto), Opi (Val Fondillo e Valle Iancino) e si distinguono per la loro elevata naturalità e per la loro collocazione geografica lungo il crinale principale dell’Appennino ed ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale (560 anni) con la faggeta della Val Cervara (Villavallelonga) che attualmente è l’unico esempio conosciuto di foresta primaria in Italia.
Tutti i siti presentano habitat secolari – prosegue Di Santo – e ricadono all’interno di aree individuate come Riserva Integrale nella pianificazione della Legge Quadro sulle Aree Protette. Luoghi unici dunque, dove trovano dimora anche le peculiari specie faunistiche del Parco, come l’Orso Marsicano ed il Lupo, ma anche Cervi e Caprioli e varie specie di Mustelidi.
La risoluzione impegna il governo regionale alla ricerca ed alla valorizzazione di azioni finalizzate alla diffusione della conservazione ed alla promozione di azioni che possano perseguire la tutela dei siti candidati ed a favorire lo sviluppo sostenibile dei territori coinvolti.
I mutamenti dei flussi turistici proiettati sempre più verso un turismo esperienziale e verso una più attenta e profonda conoscenza dei luoghi visitati ci fa credere che sulla fruizione sostenibile di questi siti, meravigliosamente conservati, debba concentrarsi anche l’investimento da parte delle istituzioni locali e nazionali che possano perseguire sia le finalità di conservazione ma anche quelle di sviluppo socio-economico.
Le aree montane necessitano di queste attenzioni non per piacere mediatico ma per credere ancora di più nella conservazione e nello sviluppo sostenibile del proprio territorio.
Questa risoluzione – conclude il presidente – potrà certamente favorire la promozione e la conservazione dei Siti Candidati e l’immagine dell’intera Regione con la certezza che con la traduzione degli impegni presi ed impegnando le dovute risorse, si potrà attivare un percorso virtuoso tra i Comuni interessati, il Parco e la Regione al fine di migliorare la conservazione delle faggete e di conseguenza le condizioni di vita dei cittadini delle nostre comunità.”
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