Mirko Zilahy a Castel di Sangro, il 19 giugno presenta “La forma del buio”
Farà tappa anche a Castel di Sangro il tour nazionale del secondo romanzo di Mirko Zilahy “La forma del buio” pubblicato da Longanesi. Dopo il successo internazionale di “È così che si uccide”, Zilahy è tornato con una nuova sfida al lettore, valicando i confini del thriller con una scrittura potente e affilata e con personaggi sempre più indimenticabili.
Ad introdurre l’autore del libro ci saranno Andrea Liberatore, Jacopo Lupi e Andrea Del Castello, autore di “Come si scrive un thriller di successo” (Lupi Editore), di prossima uscita. L’appuntamento letterario è fissato per lunedì 19 giugno, alle ore 18.30, presso il Convento della Maddalena.
Mirko Zilahy ha insegnato letteratura italiana al Trinity College di Dublino ed è stato editor per minimum fax. Come traduttore ha curato, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 “Il cardellino” di Donna Tartt. “È così che si uccide”, il romanzo con cui ha esordito nel 2016 facendo conoscere ai lettori il personaggio di Enrico Mancini, è stato un grande successo di pubblico e di critica ed è uscito nei principali Paesi esteri, fra cui Germania, Spagna e Francia.
Nel secondo romanzo, in testa alle classifiche dei thriller italiani, Roma è nelle mani di un killer capace di dare forma al buio. Le sue folli tenebre prendono vita nel rito dell’uccisione, le sue terribili visioni si trasformano in realtà tramite le sue vittime. Perché il mostro non si limita a uccidere: lui plasma, mette in posa, trasfigura ognuna delle sue prede in una creatura mitologica. Lasciando soltanto indizi senza un senso apparente, se non si è in grado di interpretarli. Di analizzare la scena del crimine. E tracciare un profilo.
Ma il miglior profiler di Roma, il commissario Enrico Mancini, non è più l’uomo brillante e deciso di un tempo. E la squadra che lo ha sempre affiancato non sa come aiutarlo a riemergere dall’abisso. Mentre nuove opere di quello che la stampa ha già ribattezzato «lo Scultore» compaiono nell’oscura, incantata Casina delle Civette a Villa Torlonia, nel vecchio Giardino zoologico e nell’intrico della rete fognaria romana, Mancini viene richiamato in servizio e messo di fronte a quella che si dimostrerà come la sfida più angosciante e letale della sua carriera. O addirittura della sua vita.
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