Il cuore contro la ragione: il caso di Charlie Gard
Se è vero che la cronaca nera, è all’ordine del giorno con omicidi e atti di violenza, è anche vero che alcuni esempi di vita ci cambiano la vita, sensibilizzando la nostra coscienza e dividendo spesso l’opinione pubblica. Io credo che essere genitori sia la cosa più difficile al mondo. Nessuno può descrivere a parole, l’amore che senti quando hai tra le braccia un figlio. È un dono del cielo che deve essere protetto e guidato, non solo nutrito e accudito. Decidere di amarlo contro ogni ragione, è naturale come respirare. Lottare per il suo bene, è naturale come svegliarsi al mattino e aprire gli occhi.
Ascoltare in questi mesi la storia di Charlie Gard, un bambino britannico di 10 mesi gravemente ammalato e affetto dalla mitocondriopatia, spacca letteralmente il cuore in due. Parliamo di coraggio, di tanto dolore ma anche di tanta forza. Petizioni, nuove cure, sentenze, Corte d’Appello. Hanno provato di tutto Connie e Chris, dimostrando a mio avviso un amore infinito e sconfinato per il loro piccolo. La scienza contro la speranza, i genitori contro i medici, l’amore contro la ragione comune. Nessuno può condannare la loro lunga battaglia. Provo solo tanta solidarietà nei loro confronti e ammirazione. In generale facciamo fatica a distinguere il bene dal male. Non siamo più abituati all’amore che ci distrugge, che ci dilania l’anima ma ci rende anche così fragili e determinati. Non siamo in grado di accettarlo perché è estraneo alle nostre coscienze.
Vita, morte… a volte sono facce della stessa medaglia. Le domande su questo tema sono inevitabili.
Ѐ giusto spegnere i macchinari a un bambino che non sente e non vede? È giusto tentare di trovare una cura che non esiste e andare contro tutto e tutti? Ѐ giusto schierarsi con i genitori o con i medici? Non trovo una risposta a tutto questo. Non trovo una risposta alla malattia. Non trovo una risposta alla violenza. Di una cosa sono però certa.
Nessun genitore dovrebbe vivere un’esperienza simile, nessun genitore dovrebbe essere giudicato e condannato per averci provato. Nessun genitore dovrebbe essere biasimato per volere il proprio figlio in casa negli ultimi istanti di vita. Una storia così merita solo un dignitoso silenzio.
Condanno ferocemente i genitori che non sono tali, i genitori che vivono nell’indifferenza dei loro figli, che li lasciano in balia di loro stessi, abbandonandoli nel gruppo dei pari, davanti ai mass media o ad amicizie poco raccomandabili. Condanno ferocemente i genitori che non parlano, che non chiedono, che non si comportano come muri portanti. Condanno ferocemente i genitori che si disfano di un neonato come se fosse un giocattolo rotto o una cosa fastidiosa di cui liberarsi. Avvolgerli in un sacco nero e lasciarli accanto a un cassonetto, è pura crudeltà. Vederli crescere nel distacco più totale, significa solo essere egoisti. Non ascoltarli se non quando è troppo tardi, è inutile. Bisogna esserci quando le pareti si sgretolano e quando le gioie raddoppiano, bisogna esserci nella malattia ma anche nella felicità.
Un buon genitore sa quello che deve fare. Un buon genitore ama e agisce con il cuore, combatte fino all’ultimo e in casi estremi come questo, accetta la fine con dignità e fierezza.
Ciao piccolo angelo!
Elena Lombardi
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