I nonni sono gocce d’oro
Un caminetto accesso, la legna che arde con le sue stelle arancioni e il profumo delle castagne sul fuoco accompagna il momento più bello della nostra infanzia. Una poltrona all’angolo dove un po’ curvati, ci raccontano le loro avventure con una coperta sulle spalle perché hanno sempre freddo.
La loro voce è profonda e a volte malinconica ma hanno classe. Sono simpatici e forti. La fame e gli stenti non hanno piegato la loro tempra, le difficoltà non hanno piegato la loro forza di volontà. Sono tosti e amano. Ah quanto amano!
Il loro passo è incerto e traballante ma gli occhi sono vivaci e curiosi di raccontare il loro patrimonio interiore e tramandare così le tradizioni. Le mani si stringono alle nostre, i sorrisi sono dolci e tristi.
Hanno paura di essere dimenticati e abbandonati dopo tanto peregrinare. Non lo danno a vedere ma soffrono la solitudine. Non lo danno a vedere ma dentro tremano quando hanno qualche preoccupazione. Se erano severi e autoritari con i loro figli, nel tempo diventano solo portatori di amore e sapienza con i loro nipoti.
Danno tutto, senza sconto. Ogni lacrima che hanno versato dovrebbe essere protetta come se fosse una goccia d’oro. I nonni sono il nostro bagaglio, le nostre radici, la traccia più profonda del nostro passato. Sono la storia della nostra famiglia. A loro dobbiamo tutto.
Molto più dei genitori, ci consigliano e ci amano. Molto più dei genitori, ci ascoltano perché il tempo per loro si è fermato. Le lancette sono lente e a volte inesorabili. Tutto il resto del mondo è invece velocissimo. Troppo spesso per esigenze, lavoro, impegni, li trascuriamo. E sempre più spesso ci ricordiamo della nostra fortuna quando loro ci lasciano. Siamo fatti così.
L’uomo corre, piange e si dispera quando tutto è perduto, eppure anche il ricordo può essere eterno. Nessuno, credo, può dimenticare i nonni con tanta facilità. Con loro abbiamo imparato a ridere e a piangere, con loro abbiamo superato la paura dei primi dentini che cadono, con loro abbiamo superato la paura della puntura, con loro abbiamo imparato a preparare il caffè, con loro abbiamo imparato a pregare e a credere nella fede.
Con loro abbiamo imparato a credere nelle favole e nelle festività. Con loro abbiamo imparato a credere nel Natale! Con loro abbiamo imparato il dolore della perdita, quello che ci strappa il cuore dal petto e ci riempie gli occhi di lacrime. È solo merito loro se siamo diventati grandi senza accorgercene.
Elena Lombardi
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