Coscienza Civica: “Chi è contro il voto disgiunto teme il confronto con gli elettori”
Il movimento Coscienza Civica interviene nel dibattito sulla legge elettorale in discussione in consiglio regionale. “Le regole del gioco si cambiano in modo condiviso e senza strappi né maggioranze variabili “interessate”: la batosta rimediata da Renzi nel tentativo – fallito sotto i colpi di milioni di voti contrari – di stravolgere la Carta dovrebbe averlo insegnato ai renziani locali…, ma invece sembra proprio che perseverare sia diabolico!” – afferma Giacomo Lombardi, sindaco di Roccamandolfi e coordinatore regionale del movimento civico fondato, tra gli altri, da Massimo Romano, con i sindaci di Campochiaro, Antonio Carlone, di Campodipietra, Peppe Notartommaso, di Pietrabbondante, Giovanni Tesone, dall’ex presidente del consiglio provinciale Gianluca Cefaratti, dal consigliere comunale di Isernia Stefano Testa e tanti altri amministratori.
“La proposta di eliminare il voto disgiunto è sbagliata, – tuona Lombardi – sia per ragioni istituzionali, legate alla necessaria legittimazione popolare del Presidente, sia perché è uno strumento di democrazia che consente (non impone!) ai cittadini di esprimersi sul capo della coalizione, la cui “sorte” è svincolata dalla propria maggioranza proprio per i diversi poteri che l’ordinamento gli attribuisce rispetto al Consiglio.
Chi ha paura del disgiunto? Solo chi ha paura del confronto con i propri elettori! Non è un caso che sulla proposta si registri la “strana” convergenza del Presidente, del PD e dei consiglieri grillini, accomunati proprio dalla comune percezione di subìre una sonora bocciatura dal proprio elettorato per i demeriti “conquistati” nella legislatura, per le promesse tradite. Molto più comodo ripararsi dietro una coalizione di liste o dietro un simbolo nazionale che porta voti a prescindere, e talvolta “nonostante”… Il nostro movimento civico – conclude il coordinatore regionale – seguirà con attenzione l’iter legislativo, senza escludere battaglie giudiziarie per impedire che pochi “eletti” stravolgano le regole democratiche a ridosso delle urne, a proprio uso e consumo, contro i cittadini”.
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