Molise Noblesse Festival – visita guidata e conferenza sulla fortezza di Macchia d’Isernia
Tuffo nel passato con Molise Noblesse, Un Mondo d’Italiani, Centro Studi Agorà e i ragazzi del Servizio Civile di Bojano, nel Movimento per la Grande Bellezza di una piccola regione, per disvelare il mito della nobiltà del Molise e creare il brand
Saranno il conte Giulio de Jorio Frisari e la contessa Teresa Petrecca ad illustrare le stanze e i misteri del castello di Macchia d’Isernia. Squisiti padroni di casa, ospiteranno, mercoledì 27 settembrealle ore 10.00, nel salone al piano nobile del maniero, raggiunto dalla bella scalinata rinascimentale con colonnato, la conferenza “Il Castello di Macchia d’Isernia” seguita dalla speciale visita guidata. Organizzato da Centro Studi Agorà con Un Mondo d’Italiani quotidiano internazionale, Molise Noblesse e Servizio Civile Nazionale, l’evento si pone all’interno del progetto Molise Noblesse Festival – Movimento per la Grande Bellezza di una piccola Regione, che porta la firma di Mina Cappussi e partenariati illustri, e vedrà la presenza dei volontari dei progetti Turchese Molise e Argento Campobasso di Agenzia Agorà.
“Un tuffo nel passato – spiega Mina Cappussi – e nella storia affascinante di una fortezza di epoca normanna che, nella prima metà del 1100 fu residenza di Clementina, figlia di Ruggero II il Normanno, re di Sicilia, sposa di Ugone di Molise”.
Il castello è stato dimora di diverse famiglie, dai Normanni agli Angiò, dai d’Afflitto ai baroni Rotondi. Acquistato da Giovanni Donato della Marra con il titolo di Conte nel 1564, nel 1748 fu ceduto al barone Nicola d’Alena. Con Celeste d’Alena, il nome della famiglia si è estinto, e il titolo di barone di Macchia, in seguito al matrimonio della baronessa Celeste, è passato alla famiglia Frisari. Attualmente il castello appartiene alla famiglia de Iorio-Frisari, che detiene il titolo di Conte di Bisceglie e Patrizio di San Vincenzo al Volturno.
“Molise Noblesse Festival – prosegue Cappussi – è un progetto di ampio respiro che parte dal messaggio virale che da qualche anno ha portato l’attenzione sul “Molise che non esiste”, utilizzando a proprio vantaggio l’imprevista notorietà data alla regione. Ovvero, il Molise esiste ed è Nobile. Per tradizioni, per storia, per accoglienza, per bellezze naturali, per dignità del suo popolo, discendente dei fieri Sabini. Disveliamo il Mito della nobiltà del Molise e di una Emigrazione riscattata da immagini stereotipate e obsolete. Un brand per la promozione del territorio.
Il Molise può situarsi a pieno titolo nella rete internazionale della Cultura e dei Viaggi tra Storia, Memorie, Arte e Territori sul filo conduttore della nobiltà di una terra che ha un grande potenziale da sviluppare e lo fa con una serie di iniziative volte a costruire una memoria collettiva nel senso dell’appartenenza. Lo facciamo attraverso ricerche e iniziative volte a valorizzare i personaggi storici e i talenti molisani, e a far conoscere i mille volti della regione, i paesi, le chiese, i castelli, le dimore storiche, i luoghi caratteristici, le tradizioni (anche attraverso esperienze sensoriali, percorsi d’arte, concerti, piece teatrale). Intendiamo costruire una immagine suggestiva del Molise “La Grande Bellezza di una piccola Regione” che sia appetibile all’esterno; gettare le basi per una lettura consapevole, dall’interno, da parte degli stessi molisani, della “nobiltà” del Molise autentico; sviluppare un focus sugli intellettuali molisani emigrati nell’ottica della valorizzazione del territorio attraverso la nobiltà delle genti molisane. Insomma, intendiamo dar vita ad una nuova identità del Molise, un brand, da interiorizzare qui in regione e far veicolare alla comunità molisana all’estero”.
L’appuntamento è alle ore 10 al castello, per la conferenza del prof. Giulio de Jorio Frisari, seguita dalla visita guidata alle 11.00. Previsto anche un momento conviviale e una passeggiata per le strade del borgo, magari fino alla taverna che nel periodo romano accoglieva i viandanti e dove fu rinvenuta la famosa insegna di Calidio Erotico, trafugata ed esposta al Louvre di Parigi, “Iste mulus me ad factum dabit! – Questo mulo mi porterà alla rovina!”.
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