Scuola, ripensare al micro per rivoluzionare il macro
L’attuale realtà scolastica ci chiede una riflessione, profonda e concreta, che mira a ristrutturare e a ripensare: ai saperi, alla valutazione, alle pratiche didattiche, nonché alla politica scolastica. A oggi, se il passato scolastico viene considerato out e il presente risulta inadeguato, la proiezione futura necessita di un ragionamento più complesso, fatto di concretezza e fattività progettuale.
Non va dimenticato che la scuola non può fare a meno di concetti chiave come successo formativo, competenze, autonomia, collegialità, trasparenza, comunità attiva e responsabile… la vera linfa della vita scolastica!
Se questi sono i presupposti, imprescindibili, ci si accorge di aver perso di vista il focus e la società, da specchio, ci sta mostrando disorientamento, perdita di identità e confusione. Cosa può fare la scuola? Da dove ripartire? Direi dalla didattica, ovvero da una sana collegialità progettuale. Ricordandoci che il potere è nella didattica e nella vera progettazione per competenze. Ma allora quale può essere un iter progettuale realmente democratico?
Partendo dal presupposto che in una qualsiasi progettazione le competenze devono essere opportunamente diversificate e calibrate, si devono poi prestare ad un metro valutativo duttile e flessibile, che nasca dal confronto e dalla riflessione partecipata. In questo il docente, o meglio il team progettuale, deve garantire l’intervento su un ventaglio ampio di competenze, così da poter essere adattate e diversificate sulla base delle capacità e spinte motivazionali presenti nei singoli contesti classe e, in una visione più globale, nell’intera comunità scolastica.
In tale processo gli input progettuali devono seguire una meta, la Mission d’Istituto, ovvero l’insieme degli input che vengono dall’Atto d’Indirizzo del Dirigente Scolastico, dal Rapporto di Autovalutazione e dal Piano di Miglioramento. Una volta scelta collegialmente, in area dipartimentale e poi in forma di dipartimenti congiunti (orizzontalmente e verticalmente), una macro-competenza si procede a declinarla per ordine e grado, per aree disciplinari e, in ultimo, per specificità disciplinari.
Cosa conduce alla meta? Un sapere che consapevolmente si traduce in esperienza; ovvero, un sapere, che sia motivante, raggiungibile, traducibile in pratica e significato. Le esperienze sono la parte centrale di ogni progettazione che si diversificano, prendono forma e consapevolezza attraverso i saperi. Sono la pratica, la traducibilità, la trasformazione e la personalizzazione delle conoscenze che conduce ai traguardi attesi.
Tale processo parte da presupposti fondamentali, che il docente non può sottovalutare, quali: una conoscenza approfondita della Mission d’Istituto; una volontà a voler documentare la propria attività e professionalità; un desiderio di ricercare e sperimentare la propria pratica didattica; la disponibilità a cooperare e a rimettere in discussione il proprio operato. Ma soprattutto è compito del docente capire e valorizzare le capacità dei propri allievi, perché solo in tal senso la progettazione, micro e macro, avrà un riscontro reale e concreto con la realtà scolastica.
La spinta verso l’alto è la “possibilità” di una flessibilità progettuale che il docente deve sempre garantire. La possibilità di ricercare per innovare, di cooperare per inglobare, di sperimentare per riprogettare, di sbagliare per migliorare.
La direzione da seguire è una reale scuola delle competenze, che …
– valorizza, innanzitutto, le capacità; capacità di affrontare situazioni motivanti e creative, ma anche complesse e problematiche, coinvolgendo conoscenze, strumenti, metodi e abilità disciplinari;
– educa al pensiero critico e metacognitivo, sviluppando l’intenzionalità, l’autovalutazione, la motivazione, l’innovazione;
– origina genialità e immaginazione, nonché la percezione e le aspettative sociali, al fine di progettarne e riprogettare le trasformazioni.
I saperi così intesi, ovvero in un’ottica metacognitiva, mettono a disposizione molteplici opportunità educative e didattiche che forniscono strutture mentali di alta applicabilità anche nella vita reale. L’insieme di tutte queste potenzialità invitano a ripensare al sapere statico e nozionistico, per creare e elaborare un insegnamento/apprendimento orientato alle competenze; che si declina all’approfondimento, al ragionamento e alla ricerca, conducendo l’intera comunità scolastica a un più approfondito giudizio critico e consapevole.
Angela Caruso
fonte : insegnareonline.com
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