Autostima ed empatia: il segreto di una buona vita
La cronaca mi lascia sempre più perplessa e con un’infinità di punti interrogativi che non riesco a spiegarmi. Ieri ascoltavo la storia di quel ragazzino che ha pensato bene di afferrare un coltello e colpire in pieno viso una professoressa o quella ragazzina che invece ha picchiato una propria compagnia di classe sbattendola di testa contro il banco, dietro l’indifferenza del professore in cattedra. Pensavo al bullismo, a questo male persistente e oscuro, pensavo all’aggressività insita in ognuno di noi ma che molti non riescono a controllare e temere. Pensavo a un articolo sulla scuola e l’importanza che ha nella crescita spirituale ed educativa degli studenti nella società. Pensavo al suo ruolo di socializzazione secondaria che interviene sullo sviluppo della socialità, della personalità e sul rispetto delle norme sociali. Pensavo alla famiglia e a come sia indispensabile, ancora prima della scuola, nell’educare autorevolmente i propri figli e renderli persone forti e indipendenti, eppure nulla di tutto questo mi sembrava convincente perché sono tutti argomenti di cui si è ampiamente parlato e che tuttavia non trovano una soluzione sufficiente.
Alla base di un sano e costruttivo legame sociale, altro non c’è che il rispetto per gli altri. Termine noto ma tuttavia sconosciuto che riporta ad altre due parole; riguardo e considerazione. Sembra semplice arrivare, anche con questi semplici sinonimi, alla conclusione più ovvia. In psicologia il rispetto è un atteggiamento che favorisce relazioni interpersonali adeguate e soddisfacenti, necessario quindi per una convivenza senza conflitti. Come si fa quindi ad avere rispetto per altri?
Innanzitutto bisogna prima rispettare se stessi. Questo è il primo trampolino di lancio per essere individui sicuri di sé e delle proprie capacità. Socrate diceva “conosci te stesso”, Jean-Paul Sartre parlava della “libertà individuale” e della “consapevolezza di noi stessi”, Erik Erikson sottolineava l’importanza del “concetto di sé”. Sembra chiaro ed evidente che bisogna quindi conoscere i propri limiti e le proprie abilità personali senza temere di mostrarle, controllare i propri difetti e puntare sui propri pregi, esprimere i propri sentimenti e costruire, mattone dopo mattone, una buona dose di autostima.
Alla base di ogni rapporto c’è proprio l’autostima che va poi a braccetto con l’empatia che significa avere la grande capacità di mettersi nei panni dell’altro, di essere altruista e imparare così ad ascoltare gli altri e i propri bisogni. Sono concetti scontati e che insieme spaventano ma che uniti, ci rendono persone adulte capaci di amare e amare nel giusto. Chi è privo di autostima e iniziativa, richiede che gli altri mostrino rispetto per esercitare il loro potere, nutrire il proprio ego e sottometterli poi ai propri comportamenti devianti. In realtà così facendo mostrano solo la loro debolezza come persone, mostrano solamente il loro non amore nei confronti di loro stessi, la loro incapacità di creare legami che durino nel tempo e si perpetuino con onestà. Probabilmente nessuno ha detto loro che bisogna amarsi e conoscersi per quello che si è.
Una persona assertiva invece è una persona che possiede tutte le caratteristiche per farcela, per raggiungere i propri obiettivi e costruire qualcosa di buono. Una persona assertiva è una persona che non ha paura di esprimere ciò che sente, che non ha bisogno di giustificarsi perché sicura di sé. È una persona che non teme il confronto perché fa del confronto la sua unicità. È una persona che ammette i propri errori e non li considera come dei limiti ma come punti di forza su cui rialzarsi e sorridere alla vita. Una persona assertiva è persistente e tenace, difende i propri diritti e accetta i diritti degli altri perché sa che è giusto. È una persona che accetta i no e chiede spiegazioni, per migliorarsi e crescere. È una persona che parla di sé perché ha imparato a conoscersi, è una persona che accetta i complimenti perché sa di meritarli e sa di aver lottato tanto per raggiungere quei risultati.
Ѐ semplicemente una persona felice perché ama se stesso e di conseguenza gli altri. Conosce l’amore e ne va fiero.
Elena Lombardi
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