Sulmona, torna a camminare dopo l’intervento al ‘Neuromed’, la commovente testimonianza dell’ex comandante O.P.M. Fontecchio
La gratitudine, come sappiamo, non è un sentimento comune. Spesso leggiamo sui giornali dei tanti episodi di malasanità che si registrano all’interno degli ospedali della Penisola. Ma quanti sono, invece, i casi esemplari, che i camici bianchi gestiscono con abnegazione e grande professionalità?
A darne testimonianza è il generale Nunzio Fontecchio. Un abruzzese di Capestrano, oggi in quiescenza, che si è distinto nell’esercito per i suoi alti ideali ed i valori umani che ne hanno sempre delineato il tratto e la sua spiccata personalità.
L’ex comandante dell’Organizzazione Penitenziaria Militare – ultima carica operativa di una lunga e brillante carriera, conclusa a Sulmona – ha preso carta e penna per esprimere la sua riconoscenza ai bravi professionisti che operano in Molise, all’interno dell’Istituto Neuromed di Pozzilli.
“A tutti può capitare come è successo a me, di entrare nella doccia e crollare improvvisamente a terra, se una gamba ti cede, e scoprire che purtroppo non puoi camminare. Perché succede una cosa del genere non è necessario aver fatto lanci dall’aereo, l’istruttore sulle torri di ardimento o di essere caduto dall’albero che potavi, come nel mio caso. Il mio compagno di stanza in clinica, un tecnico della Fiat, era costretto su una carrozzella dalle conseguenze di una notte di febbre alta.
Marcata visita, un ortopedico mi ha prescritto una risonanza magnetica, che ha evidenziato l’esistenza di una “stenosi del nervo vertebrale”, da operare. A quel punto è sorta la domanda: dove andare? Ed è così che scopri che i posti idonei non sono tanti e che la maggioranza di tali strutture richiedono approcci e preliminari in sedi diverse e lontane. L’ideale è trovare un buon ospedale che garantisce tutti gli accertamenti e l’intervento. Nella ricerca presso amici, parenti, conoscenti e quant’altro, è emerso molto ben gettonato il Centro Neuromed di Pozzilli.
Contattata la moderna struttura, sono stato convocato quasi subito e ricoverato la settimana seguente. Purtroppo, anche a causa delle pessime condizioni del tempo (primi di gennaio) non sono entrato in corsia in buone condizione fisiche e dopo due settimane, per problemi polmonari e reumatici, non solo non ero in grado di essere operato ma nemmeno di essere mandato a casa. Ero debole e straziato da dolori. Cosi stante la situazione, mi hanno suggerito il temporaneo trasferimento a Salcito (Cb), presso il Centro di Alta Riabilitazione. Un po’ perplesso, ho accettato.
La scelta è stata una fortuna, perché in questa cattedrale, eretta a 800 m. nelle colline molisane, opera della gente che si è messa veramente in testa di fare miracoli: entrato un martedì solo in grado di andare a letto se aiutato, il sabato ho ripreso a deambulare e a fare esercizi. Dopo due settimane di trattamento, sono stato così in grado di tornare a casa, in attesa di essere chiamato per l’intervento. In effetti, il risultato finale è stato provocato a Pozzilli da un chirurgo dagli occhi azzurri che ha messo a nudo la mia colonna vertebrale. Ma quell’eccellenza sanitaria è ormai super conosciuta, molto ben chiacchierata, famosa, mentre il Centro di Salcito, al quale devo veramente molto nel mio frangente, rischia la chiusura nell’anonimato.
E’ nuovo, appena entri ti sorprendono locali e suppellettili tenuti in maniera maniacale. Non sembra una clinica, è più assimilabile ad un rifugio di montagna. Vi è prescritto un ordine e una disciplina degni della migliore tradizione militare: se lasci un attimo gli occhiali sul comodino questi spariscono in un attimo nel cassetto. Il personale è un blocco coeso. Non c’è un medico, un’infermiere, un fisioterapista o un altro collaboratore che non ti ispiri immediata e completa fiducia. Ti coccolano e sono disponibilissimi, ma se non fai quello che dicono alzano il dito. La loro amicizia, l’assistenza capillare, l’ambiente che non sembra un ospedale, ti predispongono nel migliore dei modi al recupero fisico e morale.
L’atteggiamento del personale (durante le due settimane non ho mai notato un segno di stanchezza o di impazienza) la professionalità ostentata con naturalezza, l’ordine e la pulizia fanno parte del gioco, pilotato da un’assillante responsabile psicologa. In poco tempo ho visto gente entrare in barella e uscire da sola e senza aiuto. Massimi risultati e, perché no, in allegria e serenità.
Purtroppo la struttura è sotto utilizzata. Ne frena l’uso soprattutto la burocrazia; per il ricovero da altre Regioni, per esempio, è richiesta una specifica domanda. Significativi ed efficaci ai fini dei risultati sono ore di fisioterapia, non disgiunte da altre terapie ove necessarie. A parte la palestra super attrezzata, c’è un’area con altre camere, bar, ampia mensa, veranda panoramica, biblioteca ancora da inaugurare.
In sintesi, è un gioiello che non deve essere abbandonato e ho pertanto deciso, da semplice cittadino, di dare questo contributo per testimoniare la mia gratitudine, per un riconoscimento ed un incoraggiamento verso gente che lavora bene e lo merita, per aiutare chi abbia bisogno di suggerimenti come lo sono stato io. Quindi se avete certi problemi, fatevi anche una gita a Salcito, dove vi rimettono in piedi. Tra l’altro è anche un bel posto, dove una brillante farmacista si presta anche a dare informazioni turistiche.
Entrando il primo giorno in carrozzella nell’ascensore del Centro Neuromed, un omone campano mi ha detto: “Vada tranquillo, qui gli attributi ce li hanno quadrati”. Alla fine della storia, posso confermarlo: a Pozzilli, gli attributi ce li ha anche l’angelo biondo armata di bisturi; al Centro di Alta Riabilitazione – tutti, ma non quadrati, ottagonali!“.
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