Sport Molise, corona d’alloro per Manuela de Iuliis
Dopo essere stata protagonista sia nel mondo del ciclismo amatoriale, essendo riuscita a salire sul gradino più alto del podio delle granfondo, sia in quello professionistico dove vanta la partecipazione al Giro d’Italia Rosa, la rocchettana ha conseguito il titolo accademico, laureandosi, a Chieti, dottore in scienze delle attività motorie e sportive. Infatti, nonostante negli ultimi anni si fosse allontanata dal mondo dell’università, Manuela De Iuliis ha voluto riprendere gli studi, interrotti per dedicarsi esclusivamente all’attività agonistica, e poter realizzare un sogno rimasto nel cassetto.
Alla luce della sua esperienza sportiva si è presentata con un elaborato riguardante la storia del ciclismo femminile che la commissione ha giudicato positivamente dal momento che la candidata, vivendo in prima persona la materia oggetto della ricerca, rappresenta la figura ideale per parlare delle due ruote.
A detta di chi scrive la tesi di laurea di Manuela potrebbe essere lo spunto per un’eventuale pubblicazione sull’argomento, pertanto propongo ad eventuali “addetti ai lavori” e al lettore interessato di ciclismo una sintesi di questo lavoro servendomi delle sue parole: “Ho fatto un percorso che inizia dalla storia del ciclismo a partire dalle donne che hanno lasciato un segno sociale importante per la lotta verso la conquista della libertà e dell’emancipazione. Prima la bici era considerata uno “strumento del diavolo” se usato dalle donne. Ho citato alcune donne importanti tra cui Alfonsina Strada che ha fatto la storia del ciclismo italiano. Poi ho parlato del fatto che sono stati fatti passi in avanti da allora, ma la disparità tra ciclismo femminile e maschile è ancora tanta. Ho citato a riguardo la legge 81/91 che regola i contratti sportivi e il fatto che il ciclismo femminile ha bisogno di essere supportato di più. Poi ho parlato di antropometria applicata al ciclismo e in particolare alle donne (visto che il mio relatore è stato il prof di antropometria), quindi anche di biomeccanica femminile“.
Concludo rinnovando gli auguri a Manuela e alla sua famiglia per il raggiungimento di questo importante traguardo.
Piergiorgio Rocci
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