Sanità, tutti per la difesa del Caracciolo
Stringe i tempi il sindaco di Agnone Lorenzo Marcovecchio per quanto concerne il problema della sanità alto molisana a dell’alto vastese e per il futuro del San Francesco Caracciolo. Un problema enorme e di difficile soluzione, ma il sindaco di Agnone ce la sta mettendo tutta per garantire ai suoi cittadini e a quelli del comprensorio molisano-abruzzese il diritto alla salute costituzionalmente garantito.
E proprio per il san Francesco Caracciolo dopo la riunione dell’altra sera del Cittadino C’è, ecco che il primo cittadino di Agnone ha voluto ieri (29 ottobre) una riunione a porte chiuse in palazzo san Francesco dov’erano invitati tutti i sindaci della Comunità Montana Alto Molise ed i sindaci dei centri abruzzesi a ridosso del confine molisano per una strategia comune da adottare per la salvezza dell’ospedale di quest’area. All’assemblea hanno risposto positivamente i rappresentanti comunali di Agnone; Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, San Pietro Avellana, Sant’Angelo del Pesco e Vastogirardi. Assenti quelli di Castiglione Messer Marino, Schiavi d’Abruzzo, Fraine, Castelguidone, Roio del Sangro e Borrello. Tutti pronti a consegnare le fasce da sindaco ai Prefetti di Isernia e Chieti se il presidio ospedaliero agnonese sarà ancor più declassato almeno come si paventa dal nuovo Piano Operativo Sanitario.
Da ospedale di Area Disagiata a Ospedale di Comunità: questo potrebbe essere il futuro del nosocomio alto molisano; ed i sindaci hanno detti di “no”. “La riunione indetta per la giornata del 29 ottobre – ha comunicato Lorenzo Marcovecchio a nome dei sindaci partecipanti all’incontro – ha visto una massiccia partecipazione dei sindaci non solo del territorio Altomolisano ma anche dell’alto Vastese oltreché del Presidente dell’ANCI Molise avv. Pompilio Sciulli. È stata una riunione chiesta e svolta a “porte chiuse” non per escludere, ma per esprimere liberamente il proprio pensiero senza condizionamenti o interpretazioni errate circa le intenzioni e le modalità di perseguimento. Al termine della riunione è stato ribadito e riconosciuto che quello di Agnone è un ospedale che costituisce – per la sua posizione, per la sua vocazione, per la sua storia – un unicum a livello regionale e come tale deve essere considerato, tutelato e difeso.
Un ospedale che, diversamente dagli altri nosocomi regionali, rappresenta un avamposto sanitario in un’area impervia soprattutto nei lunghi periodi invernali nei quali il trasferimento in altre strutture risulta impossibile con ambulanze e ridicolo in elicottero. Per questo motivo – ha aggiunto – anche alla luce di quella che è la particolare situazione sanitaria regionale /governativa, si è stabilito che l’unica sede deputata a colloquiare con il territorio è quella romana, non prima, però, di aver rivolto istanza al presidente di Regione e a tutti i capigruppo in seno a quell’assise per conoscere – una volta per tutte – il pensiero dei rappresentanti regionali in merito alla classificazione del “San Francesco Caracciolo ” che oggi, ambiguamente, oscilla tra Ospedale di Area Disagiata ed Ospedale di Comunità. E ciò sarà chiesto indipendentemente da quelli che sono gli effettivi poteri, in merito, del Consiglio Regionale.
Nel frattempo, a stretto giro, saranno presi contatti con personalità di spicco del panorama sanitario regionale, che conoscono ed hanno conosciuto il territorio altomolisano e le sue criticità, e che per questo, possono redigere un piano (per questa fetta di sanità) che sia veramente a tutela del diritto alla salute e non di posti di lavoro o di rendite di posizione che, il più delle volte, hanno danneggiato anziché apportare benefici. Un piano, quindi, che sia incentrato sulla emergenza-urgenza (che dovrà rappresentare la spina dorsale del “Caracciolo”) ma che tenga conto anche e soprattutto della tutela della popolazione anziana: maggioranza di questo lembo di terra. Un piano che non dimentichi, però, anche una riorganizzazione della medicina sul territorio che, necessariamente, dovrà viaggiare di pari passo con la strategia delle aree interne oramai prossima all’approvazione.
Un piano, in ultimo, che vada a sostituire quella bozza di POS che circola in questi giorni ed, a proposito della quale, si formula la più ampia bocciatura anche perché redatta da commissari che mai (e si ribadisce mai) hanno fatto visita non solo al “Caracciolo” ma anche al territorio di competenza. Nelle prossime ore, inoltre – ha concluso il sindaco Marcovecchio – verrà chiesto di poter incontrare Sua Eccellenza il Prefetto di Isernia alla quale verranno rivolte le istanze della popolazione ed alla quale, come anche emerso in sede di riunione civica, saranno esposte le diverse azioni che saranno messe in campo per portare all’attenzione della stampa nazionale e, quindi, della politica romana, la questione sanitaria Altomolisana“.
Vittorio Labanca
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