Coronavirus Abruzzo, allevatori disperati. “AGEA prende miliardi dall’Europa, spara proclami ma non paga”
Nunzio Marcelli, raggiunto da TeleAesse per una videointervista (clicca QUI), la settimana scorsa aveva parlato della crisi che sta gravemente attanagliando il settore del lattiero – caseario a causa dell’emergenza coronavirus.
Il presidente dell’A.R.P.O. (Associazione Regionale Produttori Ovini-Caprini) torna sul discorso ma stavolta lancia dure accuse all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, che nel frattempo non è stata vicina in nessun modo agli operatori.
“L’economia pastorale e di montagna è stata colpita dal COVID-19, certamente. Ma aveva le difese immunitarie già basse, e ora rischia definitivamente di scomparire, a causa di un malanno ben più grave, che risponde al nome di AGEA“. Denuncia il noto imprenditore, titolare e conduttore dell’Azienda ‘La Porta dei Parchi di Anversa degli Abruzzi.
“L’Agenzia nazionale che riceve miliardi dall’Europa per sostenere la nostra agricoltura, che persino durante questa emergenza ha rilasciato tronfie dichiarazioni di aver erogato milioni di fondi – continua Marcelli – e che ha ancora in pancia i contributi del 2018 e 2019.
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Si può essere penalizzati – aggiunge Marcelli – per una “anomalia” di cui non si riuscirà mai a capire chi è colpevole, come sanarla, quando sarà rimossa; si può essere bloccati e non riuscire a parlare con un funzionario o un impiegato per mesi. Intanto la crisi che colpisce tutta la nostra economia in conseguenza dell’emergenza sanitaria, danneggia aziende che non possono interrompere la produzione: le pecore non si fermano, e i prodotti restano invenduti.
Le filiere corte, che potrebbero oggi essere una risorsa anche in termini di sicurezza, perché muovono molto meno le persone e i trasporti, riducendo i rischi di diffusione del contagio, non sono mai state sostenute; la grande distribuzione ignora i prodotti locali, e alimenta catene lunghe di forniture, incrementando i contatti con le aree ad alto contagio. Dopo aver lasciato che i nostri pascoli fossero predati da società che hanno sottratto i terreni e munto i soldi dei contributi europei, oggi siamo due volte penalizzati, perché quelle stesse società, che non hanno mai avuto animali né produzioni, oggi non hanno il problema del prodotto invenduto. Hanno incassato i fondi europei, svuotato il territorio, e lasciato dietro il deserto.
Il Governo – chiosa il numero uno di ARPO – con il decreto emergenza obbliga la pubblica amministrazione a procedere con tutti i pagamenti: ma in Regione chi doveva avere i danni da cinghiali non ha incassato nulla, e a livello nazionale l’AGEA fa grandi proclami, ma i soldi non arrivano mai, neanche in piena emergenza. E’ questo il virus che ci sta uccidendo“.
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