Come se non bastasse l’incubo del coronavirus a creare ulteriori disagi ai cittadini dei piccoli borghi dell’entroterra molisano, già duramente segnati dall’isolamento, ci si mettono pure i disservizi.

Per cause di cui si ignorano i motivi, in piena emergenza nazionale da covid 19, i pensionati della frazione di Vastogirardi non hanno potuto cambiare in contante l’assegno mensile, riscuotibile dal 26 marzo, negli uffici di Poste Italiane. Messaggio enfatizzato attraverso gli spot mandati in onda su tutti i media nazionali. Ma evidentemente non valido per gli abitanti di Villa San Michele.

L’ufficio postale – che fino al 12 marzo scorso osservava l’apertura diurna ogni giovedì – ha abbassato improvvisamente la saracinesca. Un avviso affisso fuori la postazione ne fornisce comunicazione.

Gli utenti – secondo le logiche aziendali – dovrebbero espletare tutte le operazioni agli sportelli di Vastogirardi e/o Carovilli, equidistanti, a circa 7 chilometri.

La maggior parte dei pensionati sono anziani e vivono da soli: ultraottantenni e novantenni che non sempre godono di buone condizioni di salute. Da aggiungere che adesso, a causa dei divieti imposti dal DPCM, non possono essere raggiunti neanche dai familiari non residenti.

Alla beffa si aggiunge pure un’altra conseguenza deprecabile: questi vecchietti non possono fare più neanche la spesa alimentare. Oltre a non riuscire a pagare le bollette già scadute. In paese infatti non vi sono negozi e gli ambulanti che garantiscono la vendita – un paio di volte a settimana – non dispongono del Pos. Ma anche volendo a Villa San Michele non vi è la copertura delle telefonia mobile.

La questione merita una seria e profonda riflessione. La Protezione Civile Regionale si prodiga a consegnare i farmaci a domicilio. Poste Italiane invece chiude l’ufficio. C’è qualcosa che non torna.

Giriamo il quesito al Coordinamento della Protezione Civile ed al governo regionale.