“Il linguaggio perduto degli oggetti”, ultima opera di Maria Stella Rossi
Acuta indagatrice del mondo dentro e intorno a sé, Maria Stella Rossi, con sottili riflessioni, si apre al bello, al giusto, all’oblio necessario per rimuovere la tristezza, il vuoto, la sofferenza, sempre in agguato. Per lei: “Arte, scrittura e la necessità del racconto, sono testimoni e ideatori di quella ricerca incessante per colmare la solitudine con la quale nasciamo e che per tutta la vita proviamo, in modi e tempi diversi. Facciamo arte, raccontiamo storie per sapere che non siamo soli“.
E’ Luisa la protagonista dei suoi ventuno racconti inclusi in “Il linguaggio perduto degli oggetti”, edito da Homo Scrivens, accadimenti personali e degli altri, osservati, catalogati in una memoria creativa e narrativa di straordinaria sensibilità, intrisa di profonda tristezza che non rinuncia comunque alla fiducia e alla speranza nel domani, ad ulteriori possibilità.
Luisa guarda anche con ironia i tempi che ci appartengono, ma soprattutto indaga le complesse relazioni umane che coinvolgono persone, oggetti, la natura, sempre in equilibrio precario, pronte a rompersi, facendo inceppare i complicati ingranaggi che le reggono. Il titolo del libro della Rossi, che davvero incuriosisce, pone l’attenzione sui tanti oggetti comuni o preziosi che accompagnano silenziosamente le nostre esistenze, anche essi sottoposti a meccanismi distruttivi e anaffettivi.
Nasce così nell’autrice, il desiderio della bellezza e dell’armonia, da ritrovare anche nei paesaggi mortificati che la circondano, un bisogno che diventa sempre più forte proprio quando si scoprono i “guasti” materiali e spirituali della vita, le prepotenze, le violenze, il mondo enigmatico e sofferto delle donne.
Se si tratta di guasti dell’anima, il problema è serio, ma: “è agli affetti che è necessario dare attenzione, la massima che si può, essi vanno vagliati a lungo, ripuliti dai fronzoli e dagli inganni, bonificati e resettati, controllati perché procurino meno danno possibile“.
Maria Stella e Luisa in sintonia, sulla stessa lunghezza d’onda: si sa che ogni narratore scava nel proprio pozzo e ripesca emozioni, sensazioni, sentimenti, esperienze, gioie e dolori, contraddizioni e le convoglia in quel nugolo di parole che diventano storie.
Maria Stella Rossi, Il linguaggio perduto degli oggetti, Homo Scrivens ed., pag.107, euro 13,00.
Gioconda Marinelli
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