Agnone, “Anziani trattati come i deportati”, la denuncia arriva da Regensburg
Ieri sera è stata scritta una delle pagine più brutte per la comunità agnonese. Decine di ambulanze hanno trasportato i pazienti risultati positivi al Covid-19 da una casa di riposo di Agnone all’ospedale di Venafro, una processione lungo il centro cittadino alla quale nessuno avrebbe voluto mai assistere.
Sono state scattate innumerevoli foto, immagini che sono giunte anche all’estero, immagini che fanno riflettere e che portano alla consapevolezza della sconfitta di un territorio.
Agnone, dotata di una struttura ospedaliera ormai vuota, non più funzionante, vede i propri concittadini, delle persone anziane, essere trasportati e quasi “deportati” in un altro ospedale a causa dell’incapacità regionale di gestire un’emergenza, a causa di “tecnici” preposti che hanno contribuito al caos generale.
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A questo punto le domande sorgono spontanee: perché non convertire l’ospedale di Agnone in un ospedale capace di gestire gli asintomatici e i malati di Covid-19?
In fondo il Molise ha avuto tutto il tempo necessario per prepararsi ad un’emergenza che era inevitabile si dovesse affrontare anche in una regione piccola come la nostra. Perché permettere il trasferimento in un ospedale come quello di Venafro che non è dotato di tutto il necessario o il cui personale non ha dispositivi di sicurezza adeguati, quando a pochi metri di distanza dalla casa di riposo c’era e c’è un ospedale come quello di Agnone che probabilmente è sempre stato scomodo a “quelli dei piani alti”?
Perché continuare poi a lamentarsi, quando il Coronavirus non ha fatto altro che evidenziare problemi di cui tutti erano a conoscenza da tempo?
Siamo sprovvisti di una sanità pubblica efficiente, siamo deboli di fronte ai politici incompetenti che ci governano e siamo alla ricerca continua di un colpevole, quando i veri colpevoli siamo tutti noi. E intanto le persone si ammalano, muoiono e non hanno i servizi necessari per salvaguardarsi.
Perciò meditiamo. Meditiamo quando chiediamo aiuti economici dagli altri Paesi come la Germania e li vediamo rifiutare, non per egoismo come l’italiano medio pensa, ma per la consapevolezza della corruzione che ci circonda, perché se si dà 10, 7 finisce nelle tasche di chi ci governa. E questo è noto anche agli altri Paesi. Meditiamo quando nelle cabine dei seggi elettorali abbiamo in mano un’arma e non ce ne rendiamo conto. Meditiamo. Forse tutto questo e tanto altro si sarebbe potuto evitare.
*Francesca Labanca
*Giornalista agnonese, dottoressa in lingue e letterature straniere, temporaneamente residente in Germania per motivi di lavoro.
(foto ambulanze di Maurizio D’Ottavio)
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