Castel di Sangro, prima domenica in albis alla chiesetta di Santa Lucia: domani pomeriggio la diretta streaming
Risalirebbe addirittura al primo secolo dell’anno mille l’antica usanza, ancora in auge, di trascorrere la prima “domenica in albis”, nei pressi della Chiesetta di Santa Lucia in agro di Castel di Sangro. Raffaele Buzzelli, ex bibliotecario del comune sangrino, lo spiega a TeleAesse.
“Il rito di uscire fuori dal perimetro cittadino, come nel giorno di Pasquetta in cui ci si recava al castello, si ripeteva a distanza di una settimana con le stesse finalità di “passa l’acqua” per arrivare al luogo sacro, considerando l’attraversamento del fiume Zittola e del suo affluente per raggiungere la contrada intitolata alla santa“.
La chiesa rurale risalente al XI sec. È situata in aperta campagna. La semplicità della costruzione, la facciata a coronamento a capanna, il piccolo campanile a vela, conferiscono alla piccola struttura in pietra un’atmosfera di serenità. Presenta un interno angusto, impreziosito da un altare in muratura sovrastato da una nicchia con la statua della Santa; un modesto vano spoglio funge da sacrestia. Nel 1132 fu donata da Ruggero II, re delle due Sicilie, all’Arcipretura di Santa Maria Assunta. Nelle vicinanze, fino al secolo scorso, c’era il cimitero del colera, più volte distrutto dagli eventi sismici.
Domani sera, alle ore 18, da questo luogo trasmetteremo in diretta streaming – sia sulla piattaforma di facebook che sulla nostra web tv – la funzione religiosa officiata dal parroco don Domenico Franceschelli. La nobile volontà del sacerdote è finalizzata a far rivivere la stessa situazione emozionale a tutti quei cittadini che per le note restrizioni ci tenevano ad onorare la tradizione e seguire la Santa Messa.
“Fino alla metà del secolo scorso – ricorda ancora Buzzelli – sulla strada in cui fu costruita la chiesetta vi era un tratturello locale che congiungeva l’attuale zona dell’ospedale alla Valle Salice, consentendo ai pastori di proseguire con le greggi verso Rionero Sannitico e quindi raggiungere il tratturo principale. Ancora oggi – precisa l’anziano bibliotecario – si possono vedere in alcuni tratti le pietre basolari che ne rendono testimonianza; inoltre la strada consentiva anche l’accesso alla zona della “defensa” dove i contadini andavano a coltivare i campi“.
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