Coronavirus Molise, lettera del set 118 al personale dell’Emergenza
A patire del coronavirus sono in particolar modo i sanitari obbligati al contatto con i positivi. Ogni giorno s’allunga l’elenco dei medici che muoiono per aver contratto il virus. Non solo medici anche i parasanitari, i soccorritori e i tanti che per dovere fronteggiano un nemico invisibile che c’è e che non abbassa la guardia. A richiamare l’attenzione, sensibilizzare ed esaltare il lavoro degli operatori che quotidianamente non lasciano le loro “trincee”, sono gli infermieri del SET 118 del Molise. Gli stessi hanno voluto indirizzare una lettera al personale dell’Emergenza 118 colpito dal Covid 19 ed attualmente assente dal servizio proprio a causa del virus. “Questa malattia – si legge nella missiva – e la triste condizione di solitudine che ci impone, ha risvegliato il nostro dormiente spirito di fratellanza e condivisione.
Improvvisamente, ciascuno di noi può ritrovarsi circondato, suo malgrado, da un silenzio assordante, un vuoto desolante e repentino, che segue la condivisione di ogni cosa, proprio nel momento in cui credevamo di essere necessari allo sforzo comune, tesi in un’azione corale, seppur impauriti, mai sopraffatti. Giungano dunque ai medici, agli infermieri e, in special modo, ai soccorritori, che vivono l’incomprensibile condizione di minore tutela, i nostri più sinceri auguri di una prossima guarigione, poiché ora più che mai c’è bisogno del vostro conforto. In questo angolo del mondo della sanità, talvolta ordinario, talvolta straordinario, che ora soffre per la vostra assenza, si avverte costante l’importanza del vostro lavoro silenzioso, mai riconosciuto, tantomeno celebrato.
Ora – conclude lo scritto – tutti voi mancate all’aria corale, mancate nei gesti attenti, negli sguardi di chi vi porta sempre nei pensieri madidi del sudore di queste tute bianche, nelle parole ovattate dalle mascherine, negli occhi attraverso i quali ci riconosciamo. Mancate alla mente, carica del vostro pensiero, e al cuore, pesante per la vostra assenza. Possiate tornare presto alla vita attiva, insieme a noi“. Una lettera pregna di sentimenti ma nello stesso tempo di incoraggiamento a non mollare. Una storia triste fatta di sofferenza, paura, malattia, isolamento e di ristrettezze. Ma “Ce la faremo” soprattutto ‘domani’ a raccontare che tutto è andato bene.
Vittorio Labanca
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