Lettere di un soldato italiano disperso in Russia, presentata a Roccasicura l’ultima opera di Antonio Salvatore
«Cara moglie», è questo il titolo del nuovo lavoro curato dal dott. Antonio Salvatore edito dalla Volturnia Edizioni di Cerro al Volturno che ha pazientemente riprodotto le lettere che gli ha fornito zio Vittorio (Finelli) «custode delle memorie roccolane».
Il nuovo elaborato è parte della collana “Studi Molisani”, diretta dal prof. Giuseppe Pardini dell’Università degli Studi del Molise con la supervisione scientifica di docenti Universitari come il prof. Giovanni Cerchia.
Il lavoro, che raccoglie circa 150 lettere inviate dal fante Domenico Palangi, detto Ernesto, dal 14 ottobre 1940 al 22 novembre 1942, è stato presentato domenica 13 settembre a Roccasicura alla presenza del Sindaco avv. Fabio Milano, del Senatore Fabrizio Ortis e dei già citati professori Giuseppe Pardini e Giovanni Cerchia, in qualità di Relatori.
Domenico, «è come se oggi fosse tornato nella sua comunità» ha detto il Sindaco. Classe 1914, contadino, sposato con Elvira Franceschetti e padre del piccolo Agostino, «ha conseguito la quinta elementare e sa leggere e scrivere». Chiamato alle armi il 14/10/1940 a 26 anni, farà ritorno a Roccasicura solo due volte, nel 1941 e nel 1942, quando concepirà la secondogenita Lucia, che Domenico «non conoscerà mai». Il fante-contadino perderà la vita il 16 dicembre 1942, giorno dell’inizio dell’operazione «piccolo Saturno» condotta dall’Armata Rossa come controffensiva all’invasione delle truppe nemiche.
Durante l’evento di presentazione del volume, il pronipote di Domenico, Valerio, ha letto alcuni passi tratti delle lettere che il soldato inviava dal fronte alla moglie ed i numerosi presenti hanno partecipato commossi assieme al figlio primogenito Agostino ed agli altri parenti.
Il prof. Pardini ha evidenziato come ad essere chiamati a difendere la Patria fossero per la maggior parte poveri contadini semi-analfabeti provenienti del Sud e di bassa estrazione sociale. Il prof. Cerchia ha invece sottolineato come «la consapevolezza della storia ci dà la responsabilità ma anche la libertà di poter scegliere».
Il docente ha inoltre ricordato l’enorme prezzo pagato dall’Italia in termini di vite umane durante la Seconda guerra mondiale: delle oltre 450 mila vittime – civili e militari, circa 75.000 furono registrate sul fronte Russo, «uccise dai combattimenti e dagli stenti».
Il lavoro di Antonio Salvatore dimostra come attraverso queste microstorie, può essere ricostruita l’intera Storia che ha coinvolto, non solo il nostro Molise, ma l’intero territorio nazionale.
Sergio D’Andrea
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