IL LIBRO: Siamo a circa 70 anni da oggi. Il mondo come lo conosciamo non esiste più. Per strada si aggirano mandrie di zombie in cerca di carne. Non sono aggressivi, pericolosi, vanno avanti per inerzia e si mettono in fila per il cibo.

Nessuno sa come sia accaduto. Ne è arrivato uno, poi due, ora sono milioni. Non si sa più come nutrirli. Qualcuno avanza l’ipotesi del virus. Qualcun altro della punizione divina. Ognuno ha un parente passato dall’altra parte. Lo vede comminare, il giorno, e non può che accettare il suo triste destino. Non sono contagiosi. O forse sì. Nessuno lo sa. Nel dubbio, bisogna evitare di toccarli.

Weird è un termine molto in voga in questo momento storico. La carne di Cristò Chiapparino è un romanzo weird perché mette in dubbio ogni convinzione pregressa, sbrindella uno per uno gli archetipi del genere letterario cui si dovrebbe rifare.

Una lingua pazzesca: PAZZESCA! Una lingua che inizialmente sembra non collimare con le intenzioni del romanzo e che, invece, alla lunga, diventa materia connaturata alla trama. La carne è un loop infinito di flashback e visioni che ti stordisce e da cui riemergi, frastornato e felice, solo a fine lettura.

In cuor tuo, ne vorresti ancora ma, riflettendoci, ti rendi conto che no, ogni capitolo, ogni frase, ogni suggestione, ogni rimando, ognuna delle ricorrenze, ogni singolo termine è come deve essere: calibrato, dosato, perfetto.

L’AUTORE: Cristò Chiapparino vive a Bari, libraio, suona il pianoforte e ha pubblicato cinque romanzi: Come pescare, cucinare e suonare la trota (Florestano, 2007), L’orizzonte degli eventi (il Grillo, 2011), That’s (im)possible (Intermezzi, 2015), Restiamo così quando ve ne andate (2017) e La meravigliosa lampada di Paolo Lunare (2019) per TerraRossa. Suoi contributi sono apparsi su la Repubblica, su alfabeta2 e, online, su Artribune e minima&moralia.