L’orsa Peppina è stata catturata, istallato radiocollare dal Parco Majella
L’orsa Peppina è stata catturata, le è stato installato un nuovo radiocollare ed è stata liberata nei boschi del Parco Nazionale della Majella. Adesso i veterinari e i biologi potranno controllare meglio i suoi movimenti anche se non potranno evitare nuove incursioni nei pollai per cercare cibo prima del letargo.
Peppina, 13 anni e 135 kg di peso, è un’orsa definita “problematica” proprio per questa sua caratteristica: per circa 9-10 mesi l’anno ha un comportamento normale, poi, nel periodo dell’iperfagia, da metà agosto a fine ottobre – spiega Antonio Antonucci, biologo del Parco che segue l’animale nell’ambito del Wildlife Research Center istituito dall’ente – si avvicina in cerca di cibo ai centri abitati.
“Quest’anno ha cominciato più tardi e sta andando oltre nella stagione, comportamento mai osservato finora“, dice Antonucci. La sua ‘attività’ si è recentemente concentrata su Ateleta (L’Aquila) e Palena (Chieti): vicino ai centri abitati ci sono zone ricche di alberi da frutta che l’orsa “consuma in gran quantità, anche quando si nutre di animali da cortile, in particolare galline e conigli.
Ha un ‘home range’ molto ampio, oltre 200 km quadrati – prosegue il biologo Antonucci – molto superiore a quello noto per altre femmine, può percorrere fino a 50 km in una sola notte”. Peppina ha fatto visita anche ad altri comuni del Parco: Campo di Giove, Cansano, Sulmona, Pacentro, Pettorano sul Gizio e Rocca Pia.
In passato si è spinta fino in Molise. “I collari Gps ci hanno permesso di ottenere informazioni molto importanti – aggiunge Antonucci – come la localizzazione delle aree di tana presenti nel Parco e anche di rilevare situazioni in cui l’attività umana ha arrecato disturbo in queste aree e periodi estremamente delicati del ciclo biologico degli orsi“.
Peppina è l’unica orsa, nell’attuale popolazione del Parco della Majella, che si spinge troppo nelle realtà antropizzate. Predare galline è un comportamento individuale, non una caratteristica della specie. I suoi tre cuccioli, ora grandi, non hanno mai mostrato un “atteggiamento confidente”.
Per questo, dopo le sempre più frequenti incursioni degli ultimi tempi, si era resa necessaria l’installazione di un nuovo radiocollare. L’orsa non lo aveva dal 2017, quando le era stato tolto perché le aveva causato una dermatite. Prima di allora era stata catturata nel 2015 nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) e nel 2016 nella Riserva Monte Genzana-Alto Gizio, area cerniera tra Parco della Majella e Pnalm.
Attirata dal miele la cattura è stata eseguita nel rispetto delle norme anti Covid, come spiega il direttore del Parco Luciano di Martino. Nel corso della notte, a Palena (Chieti), l’orsa, attirata da una grande quantità di miele, è entrata nella ‘tube trap’ sistemata vicino a uno dei pollai che aveva preso di mira nei giorni scorsi.
“Con la cattura e l’applicazione del radiocollare – spiega il direttore del Parco, Luciano Di Martino – riusciremo ad avere un monitoraggio più attento degli spostamenti di Peppina in un momento così importante, quale quello che precede l’ingresso in tana.
Riusciremo, inoltre, a essere più vicini alla popolazione quando l’orsa fa le incursioni nei centri abitati e quindi a rendere più efficaci e mirate le diverse misure messe in atto per la prevenzione dei danni.
Vorrei sottolineare che la cattura dell’orsa Peppina, in un periodo in cui abbiamo deciso di limitare le attività di campo, è stata svolta dagli operatori coinvolti rispettando anche tutte le procedure anti covid“. Peppina, risvegliata dalla sedazione necessaria per applicare il radiocollare, è già tornata nei suoi boschi.
credit: rainews
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