Lettera di Cesira Donatelli, “Ai nostri figli, perché figlino al mondo”
Indifese rondini, ben due primavere vi hanno deluso. Vi è stato scippato il cielo, par sia giunto un lucchetto a serrare le vostre libere coreografie.
Ogni migrazione è stata amputata, eppur siete il volo! Avete rinunciato, in silenzio, alla migrazione della crescita, alla migrazione dell’amore, alla migrazione del gioco, alla migrazione dell’amicizia, alla migrazione della scuola, alla migrazione dei viaggi, alla migrazione dello sport, alla vostra migrazione.
Derubati del brutto voto, in presenza, di un’interrogazione, impoveriti del bel voto, in presenza, di una verifica scritta. Compleanni silenziosi, scivolati in un’apparente solitudine, gite scolastiche annullate man mano che si approssimavano, tutto ridotto ad una fiammella che al finir della cera annega.
La vita par inghiottita dai tombini, continui rinvii hanno azzerato ogni programmazione, tutto par volto a tapparvi le ali, un diffuso malessere tenta di accamparsi nei vostri sguardi, prevalgono le pantofole sulle scarpe infangate.
Sorrisi riproiettati da una web cam vi pongono dinnanzi ai vostri insegnanti, coloro i quali avrebbero soffiato nelle vostre ali assicurandovi la quota, se solo, non fossero dietro uno schermo.
Eppur tifano, sempre, il vostro volo! Strade vuote vi arrivano dalle finestre, finanche la punizione più pesante, di un genitore arrabbiato, sarebbe scaduta dopo tutto questo tempo. Sovente vi questionate su quale sia la ragione di tanto accanimento, di tanta non vita nella vostra vita.
Non vi è una risposta, eppure voi la risposta la state spiattellando al mondo. Le vostre chat bollono, nelle vostre Dad prevale l’ironia, non vi è pace, insegnanti stremati che vi metterebbero in punizione sui ceci, eppur vi amano e vi sopportano, in taluni casi vi sopportate a vicenda, perché a tutto questo nessuno è edotto.
I vostri impegni sono divenuti informatici, virtuali, tecnologici. Nelle nostre cucine arrivano le voci dei vostri insegnanti, dei vostri amici, il concetto di famiglia allargata pare riduttivo, siamo una carovana, che seppur immobile maciniamo chilometri e chilometri di condivisione.
Tante incomprensioni, tanti dibattiti, tanto chiasso, tanto studio e tanto non studio, tutto a fasi alterne, perché voi siete l’evoluzione, l’alternanza e la soluzione. Tutto questo non è la buona soluzione, ma è la strada alla soluzione, strada che voi avete intravisto, tracciata, percorsa e mostrata a noi.
Il mondo non sopravvive senza le migrazioni, sono loro che scandiscono il tempo, sono la staffetta delle competizioni e voi siete gli atleti che trasportano la fiaccola. Questa non vita nella vostra vita dev’essere la vostra palestra, è vero che siete disidratati, ma è altrettanto vero che voi stessi siete sorgente, siete oceano, siete il bulbo che darà l’impulso alla nuova Primavera.
Insegnanti, genitori, nonni, il creato intero sentono giunger il profumo della vostra fioritura. Non temete il vento di marzo, le sue piogge, le sue burrasche, impregnatevi della sua pazzia e raggiungete il cielo che reclama le vostre folli coreografie. Buon volo figli nostri, figliate al mondo, la non vita si converte a vita se omaggiata di bouquet di rinascite!
Cesira Donatelli
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