San Pietro Avellana, fermati due cercatori di tartufo nella zona interdetta
Nella giornata di ieri, a ridosso della zona interdetta alla cerca di tartufo nel Comune di San Pietro Avellana, due cercatori di tartufo si sono introdotti all’interno del bosco chiuso da ordinanza comunale.
L’episodio è avvenuto a seguito del grave avvelenamento di una decina di cani da tartufo avvenuto lo scorso 18 novembre. Dopo il tragico evento, il sindaco Simona De Caprio ha emesso immediatamente un’ordinanza di chiusura del bosco e il nucleo cinofili di Frosolone ed Isernia hanno provveduto alla bonifica del terreno interessato.
Nonostante le operazioni di bonifica siano state ultimate, permane ancora il divieto di cerca di tartufo oltre che all’attività ludico ricreativa con cani in una fascia di terreno ampia circa 300 ettari confinanti con i comuni di Ateleta e Castel di Sangro.
I militari, allertati da alcuni cittadini locali, hanno iniziato un pattugliamento delle zone a ridosso dei confini di San Pietro Avellana. I cercatori di tartufo sono stati trovati lungo i sentieri interdetti alla cerca del tartufo.
I carabinieri, dopo averli identificati, hanno applicato l’articolo 650 del codice penale, che punisce chiunque violi un provvedimento dell’autorità, oltre che al sequestro del prodotto raccolto all’interno della tartufaia.
A poco sono valse le giustificazioni dei cercatori di tartufo, che hanno provato a giustificare la loro presenza all’interno di quel luogo non rendendosi conto di trovarsi ancora all’interno del territorio di San Pietro Avellana.
Per i due cercatori di tartufo adesso si apriranno le porte del tribunale per far valere le loro motivazioni.
Un plauso va sicuramente ai militari che, nonostante il ridotto numero di Carabinieri forestali impiegati nei piccoli comandi di montagna, riescono con estremo sacrificio a coordinarsi e garantire un pattugliamento del patrimonio forestale dei comuni di competenza.
Importante contributo è stato offerto anche dalla cittadinanza che, con segnalazioni costanti avvisano i militari sugli spostamenti diurni e notturni di coloro che provano a raccogliere il prezioso tartufo bianco all’interno delle zone precluse.
È importante ricordare il principio fondamentale del diritto: ovvero la presunzione di innocenza.
Secondo questo principio, chiunque sia accusato di un reato è considerato innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata provata oltre ogni ragionevole dubbio.
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