Valle Peligna e Alto Sangro: in aumento i casi seguiti dal SerD, impennata di prestazioni nel 2024
Continua a crescere il numero di interventi effettuati dal Servizio per le Dipendenze (SerD) nella Valle Peligna e nell’Alto Sangro. Da gennaio a settembre 2024, il servizio ha erogato un totale di 18.100 prestazioni, secondo il report diffuso dalla Asl, che ha convocato i sindaci delle aree interessate per discutere l’emergenza.
Gli operatori segnalano una tendenza in forte aumento rispetto al 2023, quando il numero totale delle prestazioni si era fermato a 20.000 nell’intero anno. Con il ritmo attuale, il 2024 supererà di gran lunga questi numeri.
Il report evidenzia alcune aree critiche:
- 600 terapie sono state erogate in ambulatorio.
- 23 pazienti sono stati accolti in strutture residenziali.
- 250 studenti si sono rivolti agli sportelli attivati dal SerD nelle scuole superiori di Sulmona, Pratola Peligna e Roccaraso.
- 37 pazienti hanno iniziato percorsi connessi alla messa alla prova presso la sede del SerD.
- 973 test antidroga sono stati somministrati.
- Nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, sono state realizzate 218 attività medico-psicologiche e sociali, confermando l’impegno del SerD anche in questo contesto delicato.
“Stiamo lavorando per prevenire l’abuso di alcol, coinvolgendo direttamente le scuole e diffondendo valori sani tra i giovani,” ha dichiarato il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, sottolineando l’importanza di un approccio educativo per affrontare il problema. “Il report del SerD, seppur parziale, è già indicativo della diffusione di fenomeni che le istituzioni devono affrontare in sinergia con le agenzie educative.”
Gli specialisti del SerD evidenziano i progressi ottenuti nella prevenzione, che hanno contribuito a ridurre il pregiudizio sociale nei confronti delle dipendenze. “Oggi è più facile chiedere aiuto, superando lo stigma che per anni ha limitato l’accesso ai servizi,” spiegano.
L’analisi del SerD mostra che il fenomeno delle dipendenze non è più limitato a gruppi ristretti, ma interessa una platea più ampia e diversificata. “Non si tratta più di una dipendenza di nicchia. È essenziale superare i retaggi culturali che identificano la richiesta di aiuto come un atto di debolezza,” concludono gli operatori, rinnovando l’impegno nel promuovere una cultura della prevenzione e del supporto.
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