Juan Carrito: nuove indagini sulla diffamazione online dopo l’incidente a Castel di Sangro
CASTEL DI SANGRO – Continua a far discutere la vicenda dell’orso Juan Carrito, il plantigrado simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ucciso in un incidente stradale il 23 gennaio dello scorso anno. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, ha accolto la richiesta di nuove indagini sulla diffamazione subita da Luciano Grossi, il giovane coinvolto nell’incidente mortale.
La tragedia aveva scatenato un’ondata di commenti offensivi sui social media, dove Grossi era stato bersagliato da insulti e accuse. Tuttavia, le prime indagini condotte dalla polizia postale dell’Aquila avevano individuato solo un autore dei commenti, senza però procedere con un’indagine più ampia.
Diffamazione sui social: una battaglia contro i “leoni da tastiera”
L’avvocato di Grossi, Gaetana Di Ianni, aveva denunciato ben 17 utenti per diffamazione aggravata, sottolineando l’insufficienza degli accertamenti effettuati. “Gli accertamenti sono stati compiuti solo su alcuni utenti, è necessario procedere con ulteriori verifiche,” ha dichiarato il gip Sarnelli, che ha ordinato nuove indagini per risalire ai responsabili.
Questa decisione apre un nuovo capitolo nella lotta contro i cosiddetti “leoni da tastiera“, che spesso si nascondono dietro l’anonimato per diffamare e insultare senza considerare le conseguenze legali.
Juan Carrito: un simbolo e una ferita aperta
Juan Carrito non era solo un orso: era ben noto per le sue frequenti incursioni nei borghi del Parco Nazionale, diventando una presenza iconica della zona. La sua morte ha colpito l’opinione pubblica, dividendo chi lo considerava un simbolo da proteggere e chi riteneva l’incidente inevitabile.
Grossi, che ha sempre dichiarato di non aver potuto evitare l’orso, ha ora avviato una causa contro la Regione Abruzzo per ottenere un risarcimento danni. La strada dove si è verificato l’incidente non era adeguatamente segnalata né protetta per evitare attraversamenti di fauna selvatica, una condizione purtroppo comune in molte aree del Parco.
Conclusione: una lezione per tutti
La vicenda di Juan Carrito rappresenta una questione delicata per l’Abruzzo e per tutti gli amanti della natura. Allo stesso tempo, è un richiamo ai rischi di una comunicazione digitale priva di controllo. Le nuove indagini puntano a fare chiarezza e a sottolineare un principio fondamentale: ogni commento comporta una responsabilità, e le parole possono avere implicazioni reali.
Nel frattempo, la figura dell’orso Juan Carrito continua a vivere come simbolo di una convivenza possibile tra uomo e natura, un ideale da cui partire per migliorare la protezione degli animali selvatici e la consapevolezza collettiva.
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